Thursday, May 24, 2007

IBRA: AUMENTATEMI LO STIPENDIO

FABRIZIO BIASIN
Da Libero di mercoledì 23 Maggio 2007

In cortile, parcheggiata, c'è una Bentley fantastica. Saliamo le scale e suoniamo a casa Ibrahimovic Sono le tre del pomeriggio. Usciremo dalla suddetta un'ora e mezza dopo. In 90' minuti di chiacchiere e confidenze al pepe, uno dei fenomeni più puri del calcio mondiale parlerà e parlerà. Zlatan ci accoglie in tuta e maglietta («griffata Nike, altrimenti mi ammazzano!») e si coccola il terzo vertice del triangolo, Luciano Moggi, uno «a cui devo molto: quando ero all'Ajax mi voleva solo lui, dicevano che segnavo poco». Nell'altra stanza il piccolo Maximilian, otto mesi e la stessa faccia furba del padre. «È il mio piccolo bastardo» sorride Zlatan, che strizza l'occhio alla moglie («sto sempre con lei e con il piccolo, le notti milanesi non mi interessano») prima di iniziare lo show. Molto piacere... «Aspetta - suona il telefono - "Ok Mino, a dopo". Scusa, era il mio procuratore». Problemi? «Assolutamente no, solo che oggi va a trovare Moratti: devono parlare dell'adeguamento del mio contratto...» Ripeto: problemi? «Guarda, l'estate scorsa Moratti è stato bravissimo, il più veloce di tutti. Mi voleva anche il Milan, ma i nerazzurri hanno sbaragliato la concorrenza: avevano un progetto. Mi piacerebbe che ci fosse la stessa decisione anche adesso». Questione di quattrini? «Eheheheh. Alla Juve su certe cose erano più decisi». Spiegaci. «Con lui (indica Moggi ndr) era tutto preciso e stabilito, del resto la Juve era una squadra abituata a stare al vertice. Non potevi sgarrare. All'inter abbiamo appena cominciato a stare nel "paradiso delle vincenti"...». Differenze tra le due squadre? «Per farti capire: quando entravamo in campo con la Juve gli avversari se la facevano sotto. Prima della partita eravamo già 1-0 per noi. All'inter questa cosa non succede». Fantastichiamo: Juventus 2005/06 contro inter 2006/07. Chi vince? Sono due grandi squadre, ma la Juve aveva qualcosa di più. Un senso di coesione che a Milano ancora non c'è». Questione di caratteri? «Non saprei. Ma ti posso dire che l'anno scorso se uno giocava male gli altri lo tiravano su, qui invece accade il contrario: chi gioca male trascina gli altri. Te l'ho detto, bisogna saper stare ai vertici. All'inter stiamo imparando. E poi...». Prego? «Una grande squadra non può permettersi di prendere sei gol in una partita. Neanche quando manca di motivazioni e in palio c'è "solo" la Coppa Italia». Servono rintocchi per l'anno nuovo? «Tre. C'è bisogno di gente di spessore che ci faccia fare il salto di qualità». Un nome? «Christian Chivu. Giocavamo insieme all'Ajax e per me è un fenomeno. Fossi in Moratti non me lo farei scappare». E Suazo? «Bel giocatore. Se arriva sono contento. Anche se siamo già in quattro all'attacco». In cinque. C'è anche Recoba... «È vero, ma guarda che non l'ho dimenticato. In allenamento si impegna come pochi, quest'anno però ha dovuto fare i conti con continui infortuni». Domani (oggi ndr) c'è la finale di Champions. Ti toccherà guardarla in tv. «Potevamo esserci anche noi. A Valencia siamo solo stati sfortunati». E invece si affrontano Milan e Liverpool. Chi vince? «Il Milan. Grande squadra e hanno troppa voglia di vendicarsi». Così i maligni diranno: "Anche quest'anno l'inter ha vinto meno del Milan". «Io dico il contrario. Se vincono i rossoneri mettiamo a tacere tutti quelli che dicono che la serie A è un torneo in discesa libera. E noi, del resto, saremmo quelli che hanno battuto due volte i campioni d'Europa. Mica male no?». Vero. Chi deciderà la partità? «Non lo so, ma ti faccio un'altra previsione. Il Pallone d'Oro andrà a Kakà. Anche se dovesse perdere la finale». A te niente? «Non ci penso. Sono cose che devono arrivare naturalmente». A che punto sei della tua carriera? «Ho vinto 5 titoli nazionali, ma devo ancora crescere in molte cose. Quando avrò raggiunto il top sarà il momento di smettere. Si va avanti solo con gli stimoli». In effetti tecnicamente hai ancora molto da imparare... «Eheheheh. Colpa di questo (mostra il piede nudo ndr). Ho il 47». Parlavi di cinque titoli nazionali. C'è chi non è d'accordo... «Peggio per lui. Ho vinto due titoli con l'Ajax, due con la Juve e quest'anno con l'inter. Stop». Sei affezionato ai tuoi vecchi compagni? «Sì, a Torino stavo bene e come città la preferisco a Milano. Poco fa ho sentito Nedved e sono contento per lui e per la Juve. L'anno prossimo sarà una bella sfida». Già, inter-Juve. Che match sarà? «Darò il massimo per far vincere l'inter naturalmente». Naturalmente. Il collega che ha inciso di più l'anno scorso e quello che ha fatto altrettanto quest'anno. «Guarda, non riesco a fare distinzioni. Siamo stati tutti bravi sia alla Juve che all'inter. Certo quest'anno Materazzi e Stankovic hanno fatto meraviglie». A proposito di Materazzi, mai avuto problemi con lui? «Neanche uno. È un grande e mi dispiace non poterci giocare contro: avversari come lui mi stimolano». Meglio Capello o Mancini? «Capello è bravissimo perché ha il fare del leader e vuole avere sempre il polso della squadra. Mancini è bravissimo perché parla poco: si aspetta che i giocatori si comportino da professionisti. In più ha un tocco di palla...». Ti capita di sentire ancora Capello? «No». A proposito: l'infortunio all'adduttore? Per fortuna ci sono le vacanze... «Sto recuperando, ma ci vuole tempo. Andrò in vacanza, forse alle Maldive, ma prima devo giocare due partite di qualificazione agli Europei con la Svezia...». («Pensa a rimetterti Zlatan, altro che partite!» lo consiglia Moggi). A proposito di nazionale: hai ricucito i rapporti col ct? «In ottobre mi caccia dal ritiro perché una notte arrivo con un'ora di ritardo: non ero ubriaco, nè avevo combinato guai. Poi mi richiama dopo una settimana e mi fa: "Vabbè, dimentichiamo tutto". Col cavolo, dico io. Sono tornato, ma gioco esclusivamente per la gente e per tutti quei ragazzini che in Svezia mi adorano». Il Mondiale però è andato male. «Avevo problemi personali: se la mente è altrove in campo combini poco...». Gira una leggenda: hai 12 anni, la tua squadra perde 4-0, entri nel secondo tempo e segni 8 gol. Finisce 8-4 per voi. «Tutto vero. In campo ero il più piccolo». Grazie Zlatan. Ah... Bella la Bentley. «È di Vieira. Abita qui sopra e ancora più su c'è Ronaldo. Anch'io però ho le mie belle macchine. Una in particolare...». Scommetto una Ferrari... «Prima di firmare con la Juve dico a Giraudo: "Firmo, però voglio una Enzo Ferrari". E lui: "Tranquillo". Dopo un po' torno alla carica e Giraudo mi fa: "Ti do la sua, quella di trent'anni fa...". Alla fine sono riuscito ad averla veramente, è bellissima, ce ne sono solo 399 esemplari al mondo». Erano forti quelli della Triade. «Li hanno fatti fuori perché vincevamo troppo: questione di gelosia. Quando sono arrivato all'inter la prima cosa che ho detto a Moratti è stata: "Se vuoi cambiare la mentalità devi prendere Luciano". Per fortuna abbiamo vinto lo stesso...».

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