Thursday, April 08, 2010

SENZA PUDORE...

Sottotitolo: "Non ci resta che piangere"

Ne ha scritte, il nostro calcio, di pagine tristi. L'ultima, in ordine di tempo, ci riporta a Calciopoli, quello scandalo che nell'estate 2006 ha restituito ai tifosi veri, agli amanti del pallone, la realtà dei fatti. Sembrava che la schiarita fosse definitiva, ma adesso, proprio quando l'inter è chiamata a lottare su tre fronti in una delle migliori stagioni della sua storia, improvvisamente il pentolone è tornato a bollire: Moggi ed il suo legale attaccano il club nerazzurro con nuove intercettazioni, ma non basta. Il pudore non esiste più, gli architetti di un sistema vomitevole che ha organizzato a tavolino le sorti della nostra Serie A negli ultimi anni, adesso attaccano con questa nuova farsa l'uomo più pulito, più umile, più vero che il calcio italiano abbia mai avuto in dono.

Giacinto Facchetti è l'inter. "Noi siamo Giacinto Facchetti", dice Luigi Garlando, ed è la pura verità: ne andiamo fierissimi, perchè a dispetto di quanto vogliono farci credere in questi ultimi giorni, Giacinto è stato l'uomo più rappresentativo per l'inter ma anche per l'italia intera. Capitano di mille battaglie anche in azzurro, uomo che con il sorriso limpido di un padre e con l'eleganza di un nobile ha saputo orchestrare da giocatore e da dirigente ogni manovra, con massima onestà. Chi, oggi, lo attacca perchè non può appigliarsi ad altro, è solamente un vigliacco. E' dal settembre del 2006, proprio l'anno dello scandalo di Moggiopoli, che il Gigante di Treviglio ci ha lasciati. Se n'è andato nel suo stile, Giacinto, in silenzio e con classe. E quanti sassolini si sarebbe potuto togliere dalle scarpe proprio nei suoi ultimi giorni di vita, ma quando sei un signore dentro c'è poco da fare: resti signore per sempre, fino all'ultimo respiro.

Anche se noi interisti lo sentiamo ancora presente, Giacinto Facchetti non c'è più, ed ora che il calcio italiano ha metabolizzato (loro, i marpioni, non noi che lo amiamo ogni giorno di più) la sua scomparsa, gli avvocati del signor Moggi hanno approfittato per attaccarlo. Non può difendersi, Giacinto: lui non c'è più, ci guarda dall'alto. Ed attaccare chi non può difendersi è la cosa più vigliacca che possa esistere: l'ennesima vergogna d'italia, la vergogna di un paese che non sa rispettare le sue vere figure rappresentative, e che nonostante tutto continua a lanciare in pompa magna la figura di chi ha rovinato il nostro calcio. Quello che sta accadendo è una mancanza, clamorosa, di rispetto nei confronti di Facchetti, della sua famiglia alla quale ci stringiamo, dell'inter, che oggi rappresenta il calcio italiano in Europa e come puntualmente accade quando va a gonfie vele, viene danneggiata da queste voci assurde, e a tutti noi tifosi. Stanno cercando di ingannare ciò che è sotto gli occhi di tutti, e stanno tirando in ballo chi non può difendersi, ma chi ha già dimostrato tutta la sua lealtà e la sua onestà fino all'ultimo secondo di vita.

Vergogna, vergogna davvero: noi interisti non ci stiamo, Giacinto Facchetti non si tocca. Cosa starà facendo lui? Probabilmente, ci starà scrutando da lassù con un sorriso, il suo sorriso sereno e limpido: la sua onestà è sotto gli occhi di tutti, quella dell'inter anche. "Non ci resta che piangere", signori: il calcio italiano è malato, sta morendo. E chi attacca in modo così schifoso Giacinto Facchetti, deve soltanto vergognarsi. E, probabilmente, dovrà anche scusarsi di fronte alla sua famiglia e a tutti noi, che lo difendiamo. Perchè Giacinto è il papà affettivo di tutti gli interisti, e nessuno deve toccarlo. Mai.

di Fabrizio Romano da TUTTOmercatoWEB

Friday, April 02, 2010

VUOI VEDERE CHE RIVINCIAMO I MONDIALI?

Dal Quotidiano "Libero" di giovedì 1 Aprile
di Fabrizio Biasin

L'articolo che segue è parecchio ambizioso e - detto fuori dai denti - a qualcuno darà fastidio. Ad altri invece piacerà, perchè racconta di una sporca faccenda iniziata 4 anni fa che andava da una parte e ora allarga i suoi orizzonti. Come per magia...
E, come per magia, vi diciamo "con tutta onestà" che il famoso "scudetto dell'onestà" assegnato all'inter nel 2006 potrebbe presto venire ritirato, congelato, sequestrato.

Andiamo per gradi. Il processo sportivo più famoso che c’è è conosciuto con più nomi: qualcuno se lo ricorda come “Moggiopoli” dal nome del signore che più degli altri ha ficcato le mani nel barattolo della "marmellata calcio" fino a rimanerne impiastricciato; altri preferiscono ricordarlo come “Calciopoli” senza però spostare di un millimetro lo sguardo dall’unico “colpevole”. Sempre Moggi, ovviamente. “Ma il tempo è galantuomo” diceva e ripeteva il signore in questione e, forse, aveva ragione lui.
Veniamo al succo. Alla luce delle ultime novità la verità è una sola: su Calciopoli esistono due verità:
  1. Moggi non è colpevole.
  2. Sono tutti colpevoli.
La solita storia, si dirà, ma ora ci sono le prove. E cioè, nel corso della stagione 2004-05 Moggi non era l’unico dirigente di club che scambiava confidenze con i designatori arbitrali, ergo, altri capoccioni si facevano i fatti loro con Bergamo e Pairetto. I nomi? Tra gli altri, Moratti, Facchetti, Galliani, Cellino.
Nella tabella qui sotto riportiamo il numero delle telefonate avvenute tra gli ex-designatori e i dirigenti in questione nel periodo Novembre 2004–Maggio 2005, e cioè quello relativo alle intercettazioni gestite dal colonnello Attilio Auricchio, messo a capo dell’inchiesta per scoprire magagne di ogni genere e ripulire il calcio italiano dal marcio.
Dice: com’è che ‘ste telefonate saltano fuori solo adesso? Ve lo spieghiamo e poi vi raccontiamo il contenuto di alcune simpaticissime conversazioni.












170.000 TELEFONATE

Esistono 170.000 telefonate intercettate, di queste solo una piccola parte sono state ascoltate e una ancora più piccola è arrivata alla fase cruciale della “trascrizione”. La gran parte di queste riguarda ovviamente Moggi e le sue chiacchere. La difesa dell’ex DG Juve si è presa la briga di comprare il “faldone dimenticato” (spesi 25mila Euro per accaparrarsi diversi preziosissimi cd) e nell’udienza di martedì 23 Marzo a Napoli ha posto la seguente domanda ad Auricchio: “Altri dirigenti chiamavano Bergamo e Pairetto?”. Risposta: “Si, ma gli altri chiamavano solo per fare gli auguri di Natale”. E ancora, Bergamo sul banco degli imputati: “Tutti mi chiamavano, esiste una telefonata in cui Facchetti si accorda per venire a cena da me prima di Livorno-inter”. Auricchio: “Non risulta…”. E il PM Narducci subito dopo: “Non risulta, non risulta… Sarà che lei aveva un’altra utenza…”. E invece risulta.

CENE E PARCHEGGI
Nell’intercettazione del 3 Gennaio 2005 alle ore 16:47 Bergamo invita a cena Facchetti. Due giorni dopo, mercoledì 5 (giorno caldissimo: oltre 1000 telefonate intercettate in totale), Facchetti chiama Bergamo. Sono le 18:33 e l’allora dirigente nerazzurro chiede delucidazioni: “Dove devo parcheggiare?”. Bergamo risolve celermente il problema. Una cena, niente di male, ma perché far finta di niente? Per la precisione Livorno-inter finisce 0-2 con due rigori assegnati ai nerazzurri (uno sbagliato da quel discolo di Adriano).
Tra gli altri Bergamo invita anche altre personalità del calcio e parla un po’ con tutti. Con Galliani, per esempio, perde un sacco di tempo tra il 28 Aprile e il 7 Maggio, settimana che precede Milan-Juventus (arbitro Collina). Per la cronaca vince la Juve 1-0. Nessun sospetto quindi, solo un sacco di telefonate. Curioso anche l’sms inviato da Pairetto allo stesso Galliani il giorno prima delle elezioni in Lega Calcio per scegliere il nuovo presidente: “In bocca al lupo per domani. Farò tifo da ultras”. E’ il 28 Novembre 2004, ore 17:46 (il tifo dell’ex designatore non basta: i presidenti “ribelli” guidati da Della Valle fanno saltare l’elezione del rossonero).
Ma evidentemente è Gennaio il mese in cui le cornette sono più roventi. Il giorno 10, per esempio, Bergamo chiama Moratti e chiede al nerazzurro chi preferisce avere tra Palanca o Gabriele, due giovani arbitri tra i più preparati e appena rientrati da una sospensione. Moratti è un signore e risponde che vanno bene entrambi (inter-Bologna di Coppa Italia del 13 Gennaio finisce 3-1. Arbitro Gabriele).

…E TUTTI GLI ALTRI…
Ma è sbagliato prendersela solo con Milan e inter (così come è stato un errore attaccare solo Moggi): nel calderone delle 170.000 intercettazioni ci sono confidenze tra Cellino e Pairetto (circa 65 telefonate), Cellino e Bergamo (un centinaio) e altri dirigenti e direttori sportivi. I contenuti sono ancora sconosciuti. Badate bene, non “misteriosi”, “sconosciuti”: il tempo di passare al setaccio tutte le telefonate e tutto verrà a galla. Toh, sembra di essere ritornati a quattro anni fa. Vuoi vedere che rivinciamo i mondiali?