Da Tuttosport di mercoledì 28 Febbraio 2007
Non fosse che nella vita come nel calcio le iperboli sono sempre pericolose, verrebbe da dire che adesso la Juventus è questa: Buffon più altri dieci. In fondo, la bravura, la grandezza e l’utilità del portiere campione del mondo si stanno confermando così determinanti, quasi invasive nel campionato dei bianconeri, da legittimare qualche esagerazione. Persino nella cayenna della serie B, i miracoli del numero uno finora (secondo la tabella pubblicata a pagina 6) hanno fruttato dodici punti alla squadra di Deschamps, ovvero la penalizzazione più un altro pezzetto. A volte sono serviti per blindare una vittoria, a volte per evitare una sconfitta, in assoluto a giustificare gli sforzi dell’attuale dirigenza per scongiurare il divorzio a fine stagione.
Esiziale, per la Juventus, sarebbe la separazione da Buffon, intorno al quale - in considerazione dell’età e della valenza tecnica - va allestita la rifondazione: tra i campioni che sono in regime di ipotetica fuga, il portierone è l’unico che sta giocando come se frequentasse i palcoscenici più luccicanti della serie A e della Champions League: non ha crisi di identità (Trezeguet), non ha problemi di continuità (Camoranesi), insomma è un fuoriclasse hi-fi, ad alta fedeltà. Per questa e mille altre ragioni, i manager di corso Galileo Ferraris non possono e non devono lasciarlo scappare: l’unico modo per trattenerlo, l’unica condizione minima indispensabile per non vederlo con una maglia diversa (inter, Milan, Chelsea?), è affacciarsi sul mercato armati di idee e decisionismo. Ma per muoversi con la medesima determinazione che ha accompagnato i colpi messi a segno in passato dalla Triade, c’è bisogno che la Casa Madre garantisca i finanziamenti indispensabili, cioè gli strumenti pratici da consegnare nelle mani dell’amministratore delegato Jean Claude Blanc e del direttore sportivo Alessio Secco per agganciare almeno un paio di fenomeni.
Entro la prima settimana di marzo il piano di sviluppo a medio termine presentato dal club riceverà il beneplacito dell’Ifil: le eventuali limature al budget allontanerebbero Buffon da Torino. Certo, resterebbero gli altri dieci, anzi no: otto. Però la risalita dei bianconeri diventerebbe più faticosa di una scalata del Tourmalet. In triciclo...
Esiziale, per la Juventus, sarebbe la separazione da Buffon, intorno al quale - in considerazione dell’età e della valenza tecnica - va allestita la rifondazione: tra i campioni che sono in regime di ipotetica fuga, il portierone è l’unico che sta giocando come se frequentasse i palcoscenici più luccicanti della serie A e della Champions League: non ha crisi di identità (Trezeguet), non ha problemi di continuità (Camoranesi), insomma è un fuoriclasse hi-fi, ad alta fedeltà. Per questa e mille altre ragioni, i manager di corso Galileo Ferraris non possono e non devono lasciarlo scappare: l’unico modo per trattenerlo, l’unica condizione minima indispensabile per non vederlo con una maglia diversa (inter, Milan, Chelsea?), è affacciarsi sul mercato armati di idee e decisionismo. Ma per muoversi con la medesima determinazione che ha accompagnato i colpi messi a segno in passato dalla Triade, c’è bisogno che la Casa Madre garantisca i finanziamenti indispensabili, cioè gli strumenti pratici da consegnare nelle mani dell’amministratore delegato Jean Claude Blanc e del direttore sportivo Alessio Secco per agganciare almeno un paio di fenomeni.
Entro la prima settimana di marzo il piano di sviluppo a medio termine presentato dal club riceverà il beneplacito dell’Ifil: le eventuali limature al budget allontanerebbero Buffon da Torino. Certo, resterebbero gli altri dieci, anzi no: otto. Però la risalita dei bianconeri diventerebbe più faticosa di una scalata del Tourmalet. In triciclo...
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