Monday, March 05, 2007

IL MODELLO SPAGNOLO IMPOSTO DA UN DECRETO REALE

MASSIMO FRANCHI
Da Tuttosport di sabato 3 Marzo 2007

IN SPAGNA la ricordano come la “revolución del ’91”. I club professionistici versavano in uno stato finanziario comatoso e allora il governo socialista (segretario di Stato Gomez Navarro) decise un piano di risanamento promulgando una Legge sullo Sport poi ottimizzata da un apposito Decreto Reale emanato il 5 luglio di 16 anni fa: tutti i club dovevano trasformare il loro status da società sportiva in società anonima. I soldi per sanare i debiti sarebbero arrivati, parzialmente, dai proventi della Quiniela, il corrispettivo del Totocalcio. E fu così che, quasi per incanto, le disastrate ed esangui finanze delle società di A e B cominciarono a rifiorire. Trasformazione in Sad ( Sociedad Anonima Deportiva) obbligatoria per tutti i club di Prima e Seconda Divisione - chi viene promosso dalla C alla B ha due anni di tempo per adeguare il proprio status - salvo quattro club che all’epoca vantavano un bilancio positivo e che dunque meritavano di venire premiati per la loro oculata gestione societaria: si tratta di Real Madrid, Barcellona, Athletic Bilbao e Osasuna Pamplona. Dai loro statuti la parola “ fini di lucro” è espressamente bandita. Non mancarono, allora, situazioni controverse e diametralmente opposte. Per esempio a La Coruña quasi la totalità dei soci del Deportivo acquistò le azioni societarie mentre all’Atletico Madrid meno di un migliaio di tifosi decise di acquisire le quote del capitale sociale permettendo al vulcanico Jesús Gil y Gil di fare letteralmente man bassa delle azioni.
Molto importante il ruolo dei cosiddetti socios, completamente diverso dal vecchio concetto di abbonati che abbiamo noi in Italia. Sono loro i veri “padroni” di club titanici tipo Real Madrid e Barcellona in quanto – e questo è il grande salto in avanti rispetto al modello italiano - tocca ai soci in regola con il pagamento delle quote il compito di eleggere il nuovo presidente con una regolare procedura di voto ( urne, scrutatori, ispettori, ecc.) che ricorda in tutto e per tutto quella per le elezioni politiche o amministrative. È ai soci che il presidente e tutta la Juncta Directiva devono rispondere dei risultati sportivi e persino delle scelte tecniche nel corso delle assemblee ordinarie o straordinarie programmate secondo un preciso e fitto calendario. Il Barcellona vanta oltre 100.000 soci, il Real Madrid oltre 85.000: cifre impressionanti. Se Calderón e Laporta non dovessero soddisfarli più, potrebbero addirittura proclamare le elezioni anticipate.
Negli statuti di Real e Barça la figura – fondamentale - del socio viene definita come «persona fisica che, previa ottemperanza alle norme approvate dall’Assemblea Generale, entri a far parte dell’ente con i seguenti obblighi e diritti: a) contribuire al compimento dei fini specifici del club; b) assistere agli spettacoli sportivi organizzati dal club nel rispetto delle norme disciplinari ed economiche stabilite dal Consiglio Direttivo e in base alle disponibilità esistenti; c) utilizzare le installazioni e i servizi del club nel rispetto delle norme disciplinari ed economiche stabiliti dal Consiglio Direttivo; d) esigere che l’operato dell’ente sia conforme a quanto disposto dalle Leggi vigenti; e) separarsi liberamente dal club; f) esprimere liberamente le proprie opinioni all’interno del club; g) conoscere le attività del club ed esaminarne la documentazione; h) essere elettore ed eleggibile per gli organi di rappresentanza e governo del club; i) proporre la convocazione dell’Assemblea Generale; l) versare le quote secondo modalità, ammontare e periodicità stabiliti dall’Assemblea; m) fatta salva la libertà di espressione e di censura di ognuno, agire, manifestarsi e prodursi nella pià assoluta correttezza e nel rispetto del club e dei suoi soci.

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