EDITORIALE
GIANCARLO PADOVAN
da Tuttosport di domenica 11 Marzo
Come ho scritto mortificando l’inter, ripeto lo stesso termine per la Juve: figuraccia. Lo dico per essere chiaro, perché si sappia che Tuttosport non concede sconti a nessuno e per ribadire che il primo impegno verso i nostri lettori è sempre il rispetto della verità dei fatti. Al di là della più pessimistica previsione, ieri a Mantova, contro il Brescia scintillante di Serse Cosmi, la Juve ha firmato una delle prestazioni più desolanti della sua storia ultracentenaria. E, siccome per lealtà e rispetto voglio adottare lo stesso metro di giudizio adoperato per la partita di Champions dell’Inter a Valencia, è necessario spiegare che la Juve non ha mai tirato veramente verso la porta avversaria (il gol di Del Piero era una punizione bucata da tutti, compreso Boumsong, suo naturale destinatario), mai espresso un’azione lineare, mai retto il ritmo degli antagonisti, mai trovato la misura del confronto. Tuttavia, mentre martedì l’inter si stava misurando nella massima competizione internazionale, la Juve milita in serie B e affrontava la decima squadra del campionato.
La frana bianconera è stata accentuata dall’eccellente partita del Brescia. Bravo, e fortunato, Cosmi, per aver risolto i problemi offensivi (squalificati Possanzini e Mannini), lanciando Serafini verso una tripletta che, seppur tardivamente, ne illuminerà la carriera. Ma per quanto imprevedibile potesse risultare la performance dell’attaccante di riserva, bisogna riconoscere che il Brescia ha giocato una partita di ordine e aggressività, arrivando sempre prima, e meglio, sulla palla.
Inaccettabili, al contrario, le prestazioni di Trezeguet e Camoranesi. A proposito dell’italo-argentino credo di essermi espresso in toni fin troppo perentori, chiedendo in almeno due occasioni provvedimenti da parte dell’allenatore e della società. Se qualcuno non l’avesse ancora capito, il deficitario rendimento di Camoranesi, campione del mondo con l’Italia di Marcello Lippi, non è riconducibile ad una flessione tecnica, ma ad un atteggiamento mentale che non rende giustizia alla sua professionalità. Né, stando alla partita di ieri, alla professionalità di Trezeguet. Perché il problema non è sbagliare un gol o un passaggio. Il problema è essere presenti a se stessi, partecipi, utili ai compagni, competitivi con avversari che, dal punto di vista tecnico, sono palesemente inferiori.
Resto convinto che Didier Deschamps si stia mostrando inadeguato a guidare la Juve in B, figurarsi in serie A. Infatti ad una qualità individuale altissima, ne corrisponde una complessiva inspiegabilmente ridotta o, come con il Brescia, addirittura inesistente. Inoltre la condizione atletica è allarmante (e se c’entrano i primi caldi sono guai), le scelte tattiche cervellotiche (finire la partita con quattro attaccanti più Marchionni e Nedved è sintomo di un calcio approssimativo), quando Buffon non para (e ieri non ha parato) la difesa mostra limiti strutturali (posizione, meccanismo a scalare, scaglionamento). Nonostante il primo posto, la Juve sta rimettendo in gioco la stagione. E Deschamps, con i dirigenti (tutti), rischia futuro e carriera.
GIANCARLO PADOVAN
da Tuttosport di domenica 11 Marzo
Come ho scritto mortificando l’inter, ripeto lo stesso termine per la Juve: figuraccia. Lo dico per essere chiaro, perché si sappia che Tuttosport non concede sconti a nessuno e per ribadire che il primo impegno verso i nostri lettori è sempre il rispetto della verità dei fatti. Al di là della più pessimistica previsione, ieri a Mantova, contro il Brescia scintillante di Serse Cosmi, la Juve ha firmato una delle prestazioni più desolanti della sua storia ultracentenaria. E, siccome per lealtà e rispetto voglio adottare lo stesso metro di giudizio adoperato per la partita di Champions dell’Inter a Valencia, è necessario spiegare che la Juve non ha mai tirato veramente verso la porta avversaria (il gol di Del Piero era una punizione bucata da tutti, compreso Boumsong, suo naturale destinatario), mai espresso un’azione lineare, mai retto il ritmo degli antagonisti, mai trovato la misura del confronto. Tuttavia, mentre martedì l’inter si stava misurando nella massima competizione internazionale, la Juve milita in serie B e affrontava la decima squadra del campionato.
La frana bianconera è stata accentuata dall’eccellente partita del Brescia. Bravo, e fortunato, Cosmi, per aver risolto i problemi offensivi (squalificati Possanzini e Mannini), lanciando Serafini verso una tripletta che, seppur tardivamente, ne illuminerà la carriera. Ma per quanto imprevedibile potesse risultare la performance dell’attaccante di riserva, bisogna riconoscere che il Brescia ha giocato una partita di ordine e aggressività, arrivando sempre prima, e meglio, sulla palla.
Inaccettabili, al contrario, le prestazioni di Trezeguet e Camoranesi. A proposito dell’italo-argentino credo di essermi espresso in toni fin troppo perentori, chiedendo in almeno due occasioni provvedimenti da parte dell’allenatore e della società. Se qualcuno non l’avesse ancora capito, il deficitario rendimento di Camoranesi, campione del mondo con l’Italia di Marcello Lippi, non è riconducibile ad una flessione tecnica, ma ad un atteggiamento mentale che non rende giustizia alla sua professionalità. Né, stando alla partita di ieri, alla professionalità di Trezeguet. Perché il problema non è sbagliare un gol o un passaggio. Il problema è essere presenti a se stessi, partecipi, utili ai compagni, competitivi con avversari che, dal punto di vista tecnico, sono palesemente inferiori.
Resto convinto che Didier Deschamps si stia mostrando inadeguato a guidare la Juve in B, figurarsi in serie A. Infatti ad una qualità individuale altissima, ne corrisponde una complessiva inspiegabilmente ridotta o, come con il Brescia, addirittura inesistente. Inoltre la condizione atletica è allarmante (e se c’entrano i primi caldi sono guai), le scelte tattiche cervellotiche (finire la partita con quattro attaccanti più Marchionni e Nedved è sintomo di un calcio approssimativo), quando Buffon non para (e ieri non ha parato) la difesa mostra limiti strutturali (posizione, meccanismo a scalare, scaglionamento). Nonostante il primo posto, la Juve sta rimettendo in gioco la stagione. E Deschamps, con i dirigenti (tutti), rischia futuro e carriera.
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