Sunday, March 11, 2007

CON DIDIER RISCHIA TUTTA LA DIRIGENZA

EDITORIALE
GIANCARLO PADOVAN
da Tuttosport di domenica 11 Marzo

Come ho scritto mortificando l’inter, ripeto lo stes­so termine per la Juve: figuraccia. Lo dico per es­sere chiaro, perché si sappia che Tuttosport non con­cede sconti a nessuno e per ribadire che il primo im­pegno verso i nostri lettori è sempre il rispetto della verità dei fatti. Al di là della più pessimistica previ­sione, ieri a Mantova, contro il Brescia scintillante di Serse Cosmi, la Juve ha firmato una delle prestazio­ni più desolanti della sua storia ultracentenaria. E, siccome per lealtà e rispetto voglio adottare lo stesso metro di giudizio adoperato per la partita di Cham­pions dell’Inter a Valencia, è necessario spiegare che la Juve non ha mai tirato veramente verso la porta avversaria (il gol di Del Piero era una punizione bu­cata da tutti, compreso Boumsong, suo naturale de­stinatario), mai espresso un’azione lineare, mai retto il ritmo degli antagonisti, mai trovato la misura del confronto. Tuttavia, mentre martedì l’inter si stava misurando nella massima competizione internazio­nale, la Juve milita in serie B e affrontava la decima squadra del campionato.
La frana bianconera è stata accentuata dall’eccellen­te partita del Brescia. Bravo, e fortunato, Cosmi, per aver risolto i problemi offensivi (squalificati Possan­zini e Mannini), lanciando Serafini verso una triplet­ta che, seppur tardivamente, ne illuminerà la carrie­ra. Ma per quanto imprevedibile potesse risultare la performance dell’attaccante di riserva, bisogna rico­noscere che il Brescia ha giocato una partita di ordi­ne e aggressività, arrivando sempre prima, e meglio, sulla palla.
Inaccettabili, al contrario, le prestazioni di Trezeguet e Camoranesi. A proposito dell’italo-argentino credo di essermi espresso in toni fin troppo perentori, chieden­do in almeno due occasioni provvedimenti da parte dell’allenatore e della società. Se qualcuno non l’aves­se ancora capito, il deficitario rendimento di Camora­nesi, campione del mondo con l’Italia di Marcello Lip­pi, non è riconducibile ad una flessione tecnica, ma ad un atteggiamento mentale che non rende giustizia alla sua professionalità. Né, stando alla partita di ieri, alla professionalità di Trezeguet. Perché il problema non è sbagliare un gol o un passaggio. Il problema è essere presenti a se stessi, partecipi, utili ai compagni, com­petitivi con avversari che, dal punto di vista tecnico, so­no palesemente inferiori.
Resto convinto che Didier Deschamps si stia mostran­do inadeguato a guidare la Juve in B, figurarsi in serie A. Infatti ad una qualità individuale altissima, ne cor­risponde una complessiva inspiegabilmente ridotta o, come con il Brescia, addirittura inesistente. Inoltre la condizione atletica è allarmante (e se c’entrano i pri­mi caldi sono guai), le scelte tattiche cervellotiche (fi­nire la partita con quattro attaccanti più Marchionni e Nedved è sintomo di un calcio approssimativo), quan­do Buffon non para (e ieri non ha parato) la difesa mo­stra limiti strutturali (posizione, meccanismo a scala­re, scaglionamento). Nonostante il primo posto, la Ju­ve sta rimettendo in gioco la stagione. E Deschamps, con i dirigenti (tutti), rischia futuro e carriera.

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