Thursday, March 15, 2007

QUESTA E’ LA SVOLTA CHE ASPETTAVAMO

EDITORIALE
GIANCARLO PADOVAN
Da Tuttosport di giovedì 15 Marzo 2007

I soldi ci sono, la svolta non può non esserci. L’aumento di capitale, deliberato nel consi­glio di amministrazione della Juventus, è più consistente del previsto ( avevamo scritto 80 milioni invece sono 105) e definisce in manie­ra inequivocabile l’impegno della proprietà verso la società e verso la squadra. Il segnale tanto atteso, dunque, c’è stato e l’aver coin­volto anche i giocatori nell’annuncio – sono stati i primi destinatari delle decisioni del Cda – assume un significato per nulla secondario. Come non è secondario che esso sia stato sa­lutato da un applauso corale del gruppo.
La decisione decreta anche la fine del perio­do emergenziale e restituisce la certezza che la Juve continuerà ad essere la Juve. Natural­mente questo non assicura automaticamente i successi – dunque né gli scudetti né la Cham­pions League – però garantisce un futuro (ed è già qualcosa rispetto ai timori di bancarot­ta dell’estate scorsa) e, soprattutto, un futuro concorrenziale da subito.
Basterà questo per far tornare grande la Ju­ve? Naturalmente no. La Juve tornerà gran­de se saprà riproporre un progetto vincente e se sarà capace di attuarlo. Questo, ovviamen­te, è un compito della dirigenza, dei manager, degli operatori di mercato, dei tecnici. Saran­no il loro lavoro e le loro scelte a qualificare il prodotto-squadra, oltre al prodotto-società.
Due, comunque, sono i fatti nuovi rispetto al recente passato. Il primo riguarda l’impegno dell’Ifil, quindi della proprietà, nell’aumento di capitale. Quantificando, si tratta di 60 mi­lioni garantiti dalla proprietà con la integra­zione di altri interventi. Era da quattordici anni – diconsi quattordici anni – che la Fa­miglia non provvedeva in modo tanto diretto e tangibile.
La seconda novità è relativa alla partecipa­zione dei piccoli azionisti. Da maggio saranno quarantamila ad avere la possibilità di acqui­stare due nuove azioni ogni tre già possedute. Vantaggiose le condizioni: 1,30 euro ad azio­ne contro 1,87 della quotazione di ieri.
Non siamo, né potremo essere, all’azionaria­to popolare proposto dal professor Bertinetti che tante adesioni e altrettanto consenso ha raccolto attraverso Tuttosport. Non ci siamo perché la Juve è un club quotato in Borsa e, dunque, l’azionariato popolare sullo stile di Real Madrid e Barcellona non è tecnicamen­te adottabile. Chi, però, tra i quattordici mi­lioni di tifosi bianconeri, volesse contribuire al rafforzamento del club avrà la possibilità di farlo esercitando un controllo diretto, assicu­rato dalla partecipazione alle assemblee degli azionisti. Una soluzione che lo stesso presi­dente Giovanni Cobolli Gigli ha incoraggiato e sostenuto. Non so quanto tutto ciò rappre­senti un’apertura al grande movimento favo­rito dalla proposta di Bertinetti, ma a me sem­bra che davvero una fase nuova sia comin­ciata. E che più si è, più si conta.

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