FABRIZIO BIASIN
Da Libero di sabato 17 Marzo 2007
TORINO
Un fatto: il cda della Juventus, guidato da bra veheart Blanc, ha annunciato ai quattro venti il prossimo aumento di capitale del club. Centocinque milioni scarsi. Soldi buoni per far felici gli amici della zebra. Una realtà: il termine "proposta" implica che qualcuno (nel caso in questione l'assemblea degli azionisti) approvi a breve il piano di ricapitalizzazione, indispensabile per far rifiatare la Vecchia, agonizzante Signora. E qui iniziano i guai. Mettiamo sul piatto: 105 milioni di euro virtuali, 70 e più milioni di debiti reali da appianare con solerzia, azionisti chiamati a un atto di fiducia ma sfiduciati dall'atteggiamento della società. Di più: i famosi 105 milioni? A conti fatti sono briciole appena sufficienti per far sopravvivere Madama, non certo per farla tornare a trottare. E allora il dubbio è lecito: la proprietà vuol mollare, vendere, lasciare il passo. Non subito magari, probabilmente fra un anno, quando un po' di fortuna e qualche mossa azzeccata renderanno appetibile la zebra azzoppata.
SUL MERCATO CON LE BRICIOLE
La proposta dell'Ifil (la holding operativa del gruppo Agnelli che detiene il 60% delle azioni Juve) è chiarissima: noi versiamo 63 milioni (sufficienti per ripianare buona parte dei debiti), gli altri 42 quelli che serviranno a fare "mercato" - saranno a carico degli azionisti di minoranza, che a quanto pare dovrebbero essere ingolositi dalla proposta "azioni in vendita a prezzo ridotto" (circa il 30% in meno rispetto al valore attuale di 1,9 euro per unità). Il fatto è che non tutti sono d'accordo: per informazioni chiedere agli azionisti (oltre 200) legati all'associazione "Giulemanidallajuve" e a tanti altri figliocci di Madama frenati dall'andamento del titolo (ai tempi d'oro le azioni superavano abbondantemente i 3 euro l'una). Totale, se anche il piano andrà in porto, il montepremi non raggiungerà mai quota 105 milioni e la Juventus "della rinascita" dovrà essere costruita con meno di 40 milioni complessivi. Facile no?
LAMPARD ALLA JUVE? IMPOSSIBILE
Quaranta milioni. Un bel gruzzolo, ma certo non sufficiente per modellare una Juventus capace di competere con le big di serie A. Negli ultimi giorni si sono fatti i nomi di tanti campioni che potrebbero arrivare in riva al Po nella prossima stagione: Lampard, Sissoko, Gerrard, Toni. E Buffon resterà e Camoranesi pure e Trezeguet anche. Ma quando mai? La Juve che verrà dovrà essere costruita con una mano sul cuore e l'altra sul portafoglio. I suddetti 40 milioni basterebbero appena per comprare il fenomeno inglese del Chelsea, me poi chi pagherebbe il suo ingaggio e quello dei compagni più costosi (Del Piero e Buffon su tutti)? La verità è che i bianconeri ripartiranno dai Grygera, i Salihamidzic, giocatori "a parametro zero" e con poche pretese. Gli altri? Arriveranno investendo i milioni derivati dalle sicure cessioni del duo Trezeguet-Camoranesi: 20-30 milioni sufficienti per costruire una squadra di medio alta classifica in serie A. Per quanto riguarda Buffon si vedrà, ma certo anche l'ingaggio del portierone (e il suo valore sul mercato) fanno pensar male...
OCCHIO A ROTHSCHILD
Ma come - urla sconsolato il tifoso Juventino - e i campioni? E la Champions? E la rinascita? Tocca aver pazienza, perché se è vero che la società è tornata a parlare di ricapitalizzazione dopo tredici anni (ai tempi di Moggi ci si doveva arrangiare col poco che c'era in casa) è vero anche che i soldi messi sul piatto sono ben poca cosa rispetto a quello che mamma-Fiat potrebbe permettersi. La prova? La società a quattro ruote ha versato dieci milioni tondi tondi per la sponsorizzazione della Yamaha griffata Valentino Rossi; altrettanti per girare e trasmettere lo spot Iveco con gli Allblacks. E alla Juve? Niente, almeno per il momento. Segno evidente che - nonostante le apparenze - la proprietà sta pensando di passare la mano, magari a qualche danaroso magnate venuto dall'estero. Niente di più facile. Per avere delle conferme basta leggere il nome dell'advisor incaricato scelto dall'Ifil: Rothschild, il tizio che nel recente passato ha fatto da tramite tra Manchester United, Liverpool e i rispettivi nuovi proprietari venuti dagli Stati Uniti. Gatta ci cova...
E POI CI SONO I LIBICI...
Altro fatto che fa pensar male: gli Agnelli detengono il 60% delle azioni, i piccoli azionisti il 32%. Chi maneggia il resto? La finanziaria libica Lybian Arab Investment Company (Lafico), roba di casaGheddafi, che a sua volta è vicina alla Tamoil... Già, proprio la compagnia petrolifera libica che ha levato le tende da Torino (portando con se un sacco di milioni) solo qualche mese fa. I nordafricani sono stati chiari: noi non buttiamo via altri soldi per far bella la Torino bianconera. Gli Agnelli, invece, che intenzioni hanno?
Da Libero di sabato 17 Marzo 2007
TORINO
Un fatto: il cda della Juventus, guidato da bra veheart Blanc, ha annunciato ai quattro venti il prossimo aumento di capitale del club. Centocinque milioni scarsi. Soldi buoni per far felici gli amici della zebra. Una realtà: il termine "proposta" implica che qualcuno (nel caso in questione l'assemblea degli azionisti) approvi a breve il piano di ricapitalizzazione, indispensabile per far rifiatare la Vecchia, agonizzante Signora. E qui iniziano i guai. Mettiamo sul piatto: 105 milioni di euro virtuali, 70 e più milioni di debiti reali da appianare con solerzia, azionisti chiamati a un atto di fiducia ma sfiduciati dall'atteggiamento della società. Di più: i famosi 105 milioni? A conti fatti sono briciole appena sufficienti per far sopravvivere Madama, non certo per farla tornare a trottare. E allora il dubbio è lecito: la proprietà vuol mollare, vendere, lasciare il passo. Non subito magari, probabilmente fra un anno, quando un po' di fortuna e qualche mossa azzeccata renderanno appetibile la zebra azzoppata.
SUL MERCATO CON LE BRICIOLE
La proposta dell'Ifil (la holding operativa del gruppo Agnelli che detiene il 60% delle azioni Juve) è chiarissima: noi versiamo 63 milioni (sufficienti per ripianare buona parte dei debiti), gli altri 42 quelli che serviranno a fare "mercato" - saranno a carico degli azionisti di minoranza, che a quanto pare dovrebbero essere ingolositi dalla proposta "azioni in vendita a prezzo ridotto" (circa il 30% in meno rispetto al valore attuale di 1,9 euro per unità). Il fatto è che non tutti sono d'accordo: per informazioni chiedere agli azionisti (oltre 200) legati all'associazione "Giulemanidallajuve" e a tanti altri figliocci di Madama frenati dall'andamento del titolo (ai tempi d'oro le azioni superavano abbondantemente i 3 euro l'una). Totale, se anche il piano andrà in porto, il montepremi non raggiungerà mai quota 105 milioni e la Juventus "della rinascita" dovrà essere costruita con meno di 40 milioni complessivi. Facile no?
LAMPARD ALLA JUVE? IMPOSSIBILE
Quaranta milioni. Un bel gruzzolo, ma certo non sufficiente per modellare una Juventus capace di competere con le big di serie A. Negli ultimi giorni si sono fatti i nomi di tanti campioni che potrebbero arrivare in riva al Po nella prossima stagione: Lampard, Sissoko, Gerrard, Toni. E Buffon resterà e Camoranesi pure e Trezeguet anche. Ma quando mai? La Juve che verrà dovrà essere costruita con una mano sul cuore e l'altra sul portafoglio. I suddetti 40 milioni basterebbero appena per comprare il fenomeno inglese del Chelsea, me poi chi pagherebbe il suo ingaggio e quello dei compagni più costosi (Del Piero e Buffon su tutti)? La verità è che i bianconeri ripartiranno dai Grygera, i Salihamidzic, giocatori "a parametro zero" e con poche pretese. Gli altri? Arriveranno investendo i milioni derivati dalle sicure cessioni del duo Trezeguet-Camoranesi: 20-30 milioni sufficienti per costruire una squadra di medio alta classifica in serie A. Per quanto riguarda Buffon si vedrà, ma certo anche l'ingaggio del portierone (e il suo valore sul mercato) fanno pensar male...
OCCHIO A ROTHSCHILD
Ma come - urla sconsolato il tifoso Juventino - e i campioni? E la Champions? E la rinascita? Tocca aver pazienza, perché se è vero che la società è tornata a parlare di ricapitalizzazione dopo tredici anni (ai tempi di Moggi ci si doveva arrangiare col poco che c'era in casa) è vero anche che i soldi messi sul piatto sono ben poca cosa rispetto a quello che mamma-Fiat potrebbe permettersi. La prova? La società a quattro ruote ha versato dieci milioni tondi tondi per la sponsorizzazione della Yamaha griffata Valentino Rossi; altrettanti per girare e trasmettere lo spot Iveco con gli Allblacks. E alla Juve? Niente, almeno per il momento. Segno evidente che - nonostante le apparenze - la proprietà sta pensando di passare la mano, magari a qualche danaroso magnate venuto dall'estero. Niente di più facile. Per avere delle conferme basta leggere il nome dell'advisor incaricato scelto dall'Ifil: Rothschild, il tizio che nel recente passato ha fatto da tramite tra Manchester United, Liverpool e i rispettivi nuovi proprietari venuti dagli Stati Uniti. Gatta ci cova...
E POI CI SONO I LIBICI...
Altro fatto che fa pensar male: gli Agnelli detengono il 60% delle azioni, i piccoli azionisti il 32%. Chi maneggia il resto? La finanziaria libica Lybian Arab Investment Company (Lafico), roba di casaGheddafi, che a sua volta è vicina alla Tamoil... Già, proprio la compagnia petrolifera libica che ha levato le tende da Torino (portando con se un sacco di milioni) solo qualche mese fa. I nordafricani sono stati chiari: noi non buttiamo via altri soldi per far bella la Torino bianconera. Gli Agnelli, invece, che intenzioni hanno?
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