LUCIANO MOGGI
Da Libero di martedì 27 Marzo 2007
Niente Ronaldinho per il Milan
La Lazio ha centrato un'annata straordinaria, con un presidente uscito vittorioso da uno sfiancante conflitto con la tifoseria e rivelatosi vincente anche in una filosofia di tattica calcistica che non sempre riesce: cedere qualche calciatore non più giovane a ottimo prezzo (come Oddo) e lanciarsi sugli ingaggi di calciatori a parametro zero o che costano poco. L'operazione quest'anno gli è riuscita. Lotito spera di fare il bis la prossima stagione con Rossi (ci mancherebbe altro) in panchina. Di chiacchiere di mercato si è sempre parlato fin dall'inizio dell'anno, ma ultimamente lo spazio che i giornali (e le trasmissioni tv) stanno dando a questa continua girandola di notizie ha un sapore particolare. Il fatto è che l'anomala situazione del campionato, con lo scudetto e il secondo posto già decisi e la diffusa convinzione che ci sia ancora poco da divertirsi, ha ingigantito il discorso sulla stagione che verrà, piuttosto che su quella che si deve concludere. La conseguenza sono scoop presunti (assai più che reali), molti "serpenti di mare", tante bolle di sapone. Negli ultimi giorni, il nome che ha scosso il "gossip" mercataro è stato quello di Ronaldinho, fatto direttamente dalla società interessata: il Milan (prima con Galliani, poi con Berlusconi). Come mai questo gioco allo scoperto? E come mai nell'operazione si è inserita (sempre allo scoperto) anche l'inter con la conseguente reazione di Berlusconi, secondo il quale Ronaldinho mai dovrà finire in nerazzurro? Le risposte a questi interrogativi possono essere variegate. I migliori affari sono quelli che si fanno a trattativa riservata, e se così non succede, un motivo ci deve pur essere. Al momento il vantaggio è solo del calciatore, che può strappare al Barça un contratto più forte e allo stesso tempo è in grado di offrirsi ai club interessati a cifre sempre più alte.
La strategia di Galliani e i veri obiettivi del diavolo
Ma perché, dunque, il Milan ha aperto questo tavolo... all'aperto? La risposta più ovvia sarebbe quella che i rossoneri sono tentati dal campione brasiliano, ma non fino al punto di ipotizzare follie finanziarie: il club di via Turati, insomma, avrebbe avviato la corsa al giocatore senza avere la reale intenzione di acquistarlo. Una vecchia volpe come Galliani, infatti, difficilmente s'incamminerebbe in un sentiero che lo porterebbe a spendere assai più di quanto necessario; e allora vien da pensare che i rossoneri, scottati dalla sconfitta nel derby (non tanto per il risultato, ma per la dimostrazione di superiorità mostrata dall'inter) si sono accorti che l'ingaggio di Ronaldo non è bastato ad annullare il divario con i "cugini", gap che al limite si è solo ridotto. Berlusconi, dal canto suo, ha voglia di togliersi gli schiaffi dalla faccia e spera di riuscirci arrivando alla finale di Champions ad Atene. L'obiettivo è difficile da raggiungere - il presidente rossonero lo sa - da qui l'idea annunciata ai quattro venti di Ronaldinho, che fa sognare la tifoseria con il possibile trio brasiliano insieme a Kakà e Ronaldo. Ma il Milan, giocoforza, dovrà prima migliorarsi (e di molto) in difesa e a centrocampo: per sostenere attaccanti e mezze-punte, infatti, occorre una diga simile a quella che attualmente possiede l'inter con Vieira, Cambiasso e Stankovic. Stando così le cose, il campione del Barcellona si troverebbe assai meglio proprio in nerazzurro... Già, l'inter. La rincorsa di Mancini (che, nonostante le smentite, ha firmato il rinnovo del contratto da circa un mese) e c. a Ronaldinho, va inquadrata calcolando il peso di qualche possibile uscita (vedi Recoba e Crespo) e come possibile risposta del patron di via Durini al Milan per il mezzo affronto ricevuto con l'ingaggio rossonero di Ronaldo. La parata di stelle interista è già... stellare, ma uno in più non sorprenderebbe: immagino i tifosi pronti a esultare per l'accoppiata Ronaldinho-Ibra, ma penso che l'operazione resterà un bel sogno. L'ex Pallone d'Oro - ne sono convinto - resterà al Barça. Tornando al Milan, i rossoneri hanno preoccupanti falle in difesa: Ancelotti spera molto nel recupero di Nesta, ma c'è molto da rifondare (Dida, per esempio, non lascia tranquilli nonostante il rinnovo). Proprio per questo c'è chi sussurra che il vero obiettivo di Berlusconi non sia il brasiliano dei gol impossibili, ma il portiere che quei gol è in grado di neutralizzare: Buffon. Non parlo volutamente di Ancelotti e della sua eventuale riconferma per rispetto degli impegni che attendono la sua squadra e per rispetto dell'allenatore stesso. Parlando di Buffon mi viene spontaneo virare sulla Juventus, prevedendo un ritorno immediato in A dei bianconeri. A tal proposito la dirigenza juventina può seguire due strade, la più ambiziosa delle quali la porterà a puntare su una squadra competitiva già dall'anno prossimo. In questo caso, oltre al mantenimento dei suoi uomini più rappresentativi (Buffon su tutti: solo così si potranno evitare volontarie fuoriuscite che potrebbero tentare Trezeguet e Camoranesi), si dovrà investire anche in difesa e a centrocampo (non bastano certamente gli acquisti di Salihamidzic e Grygera per renderla competitiva). L'altra strada, meno pretenziosa, è basata su un passo alla volta, ovvero su un campionato di passaggio, con la squadra che verrà irrobustita con giovani dal sicuro avvenire (alcuni dei quali già cresciuti nella Juve recente: Palladino, Marchisio, Criscito, Paro, Mirante ecc) con l'aggiunta ovvia di elementi giovani venuti alla ribalta nell'attuale campionato: mi vengono in mente il reggino Bianchi e anche Almiron dell'Empoli che è stato già bloccato. Chiaramente ritengo sicura la conferma dell'allenatore vincente Didier Deschamps. Chi non ha bisogno di molto per irrobustirsi è la Roma, ma quel poco che deve fare, lo dovrà fare presto e bene. Spalletti (confermatissimo) ha trovato un gioco ideale per la sua squadra, che però è troppo Totti-dipendente ed ha pochi rincalzi. Sono necessarie valide alternative e l'ingaggio di uno sfondatore che non può essere Vucinic; i giallorossi, con il grande gioco che impongono agli avversari sulle fasce, farebbero faville con uno come Trezeguet, francese senza rivali quando c'è da colpire di testa e in zona gol.
Prevedo un grande futuro per la baby-Fiorentina
Il futuro della Fiorentina, se è quello mostrato da Pazzini nell'Under 21 scesa in campo a Wembley, sarà roseo al di là di ogni previsione. I fratelli Della Valle hanno una squadra strutturalmente molto forte e con ricambi più che adeguati (oltre a Pazzini ricordiamo Reginaldo e i nuovi acquisti Van Der Borre e Lupoli). Su questa struttura sarà facile lavorare per renderla ancora più solida. Scampoli da altri fronti. Mazzarri salverà la Reggina e andrà ad allenare la Samp. Novellino, comunque, non resterà certo disoccupato: l'anno sorso era in predicato per la Juve e per il Napoli, è un allenatore che ha sempre lavorato bene e il suo curriculum parla per lui. Buon colpo, infine, del Torino, che si è assicurato a parametro zero il forte difensore del Messina Zoro.
Da Libero di martedì 27 Marzo 2007
Niente Ronaldinho per il Milan
La Lazio ha centrato un'annata straordinaria, con un presidente uscito vittorioso da uno sfiancante conflitto con la tifoseria e rivelatosi vincente anche in una filosofia di tattica calcistica che non sempre riesce: cedere qualche calciatore non più giovane a ottimo prezzo (come Oddo) e lanciarsi sugli ingaggi di calciatori a parametro zero o che costano poco. L'operazione quest'anno gli è riuscita. Lotito spera di fare il bis la prossima stagione con Rossi (ci mancherebbe altro) in panchina. Di chiacchiere di mercato si è sempre parlato fin dall'inizio dell'anno, ma ultimamente lo spazio che i giornali (e le trasmissioni tv) stanno dando a questa continua girandola di notizie ha un sapore particolare. Il fatto è che l'anomala situazione del campionato, con lo scudetto e il secondo posto già decisi e la diffusa convinzione che ci sia ancora poco da divertirsi, ha ingigantito il discorso sulla stagione che verrà, piuttosto che su quella che si deve concludere. La conseguenza sono scoop presunti (assai più che reali), molti "serpenti di mare", tante bolle di sapone. Negli ultimi giorni, il nome che ha scosso il "gossip" mercataro è stato quello di Ronaldinho, fatto direttamente dalla società interessata: il Milan (prima con Galliani, poi con Berlusconi). Come mai questo gioco allo scoperto? E come mai nell'operazione si è inserita (sempre allo scoperto) anche l'inter con la conseguente reazione di Berlusconi, secondo il quale Ronaldinho mai dovrà finire in nerazzurro? Le risposte a questi interrogativi possono essere variegate. I migliori affari sono quelli che si fanno a trattativa riservata, e se così non succede, un motivo ci deve pur essere. Al momento il vantaggio è solo del calciatore, che può strappare al Barça un contratto più forte e allo stesso tempo è in grado di offrirsi ai club interessati a cifre sempre più alte.
La strategia di Galliani e i veri obiettivi del diavolo
Ma perché, dunque, il Milan ha aperto questo tavolo... all'aperto? La risposta più ovvia sarebbe quella che i rossoneri sono tentati dal campione brasiliano, ma non fino al punto di ipotizzare follie finanziarie: il club di via Turati, insomma, avrebbe avviato la corsa al giocatore senza avere la reale intenzione di acquistarlo. Una vecchia volpe come Galliani, infatti, difficilmente s'incamminerebbe in un sentiero che lo porterebbe a spendere assai più di quanto necessario; e allora vien da pensare che i rossoneri, scottati dalla sconfitta nel derby (non tanto per il risultato, ma per la dimostrazione di superiorità mostrata dall'inter) si sono accorti che l'ingaggio di Ronaldo non è bastato ad annullare il divario con i "cugini", gap che al limite si è solo ridotto. Berlusconi, dal canto suo, ha voglia di togliersi gli schiaffi dalla faccia e spera di riuscirci arrivando alla finale di Champions ad Atene. L'obiettivo è difficile da raggiungere - il presidente rossonero lo sa - da qui l'idea annunciata ai quattro venti di Ronaldinho, che fa sognare la tifoseria con il possibile trio brasiliano insieme a Kakà e Ronaldo. Ma il Milan, giocoforza, dovrà prima migliorarsi (e di molto) in difesa e a centrocampo: per sostenere attaccanti e mezze-punte, infatti, occorre una diga simile a quella che attualmente possiede l'inter con Vieira, Cambiasso e Stankovic. Stando così le cose, il campione del Barcellona si troverebbe assai meglio proprio in nerazzurro... Già, l'inter. La rincorsa di Mancini (che, nonostante le smentite, ha firmato il rinnovo del contratto da circa un mese) e c. a Ronaldinho, va inquadrata calcolando il peso di qualche possibile uscita (vedi Recoba e Crespo) e come possibile risposta del patron di via Durini al Milan per il mezzo affronto ricevuto con l'ingaggio rossonero di Ronaldo. La parata di stelle interista è già... stellare, ma uno in più non sorprenderebbe: immagino i tifosi pronti a esultare per l'accoppiata Ronaldinho-Ibra, ma penso che l'operazione resterà un bel sogno. L'ex Pallone d'Oro - ne sono convinto - resterà al Barça. Tornando al Milan, i rossoneri hanno preoccupanti falle in difesa: Ancelotti spera molto nel recupero di Nesta, ma c'è molto da rifondare (Dida, per esempio, non lascia tranquilli nonostante il rinnovo). Proprio per questo c'è chi sussurra che il vero obiettivo di Berlusconi non sia il brasiliano dei gol impossibili, ma il portiere che quei gol è in grado di neutralizzare: Buffon. Non parlo volutamente di Ancelotti e della sua eventuale riconferma per rispetto degli impegni che attendono la sua squadra e per rispetto dell'allenatore stesso. Parlando di Buffon mi viene spontaneo virare sulla Juventus, prevedendo un ritorno immediato in A dei bianconeri. A tal proposito la dirigenza juventina può seguire due strade, la più ambiziosa delle quali la porterà a puntare su una squadra competitiva già dall'anno prossimo. In questo caso, oltre al mantenimento dei suoi uomini più rappresentativi (Buffon su tutti: solo così si potranno evitare volontarie fuoriuscite che potrebbero tentare Trezeguet e Camoranesi), si dovrà investire anche in difesa e a centrocampo (non bastano certamente gli acquisti di Salihamidzic e Grygera per renderla competitiva). L'altra strada, meno pretenziosa, è basata su un passo alla volta, ovvero su un campionato di passaggio, con la squadra che verrà irrobustita con giovani dal sicuro avvenire (alcuni dei quali già cresciuti nella Juve recente: Palladino, Marchisio, Criscito, Paro, Mirante ecc) con l'aggiunta ovvia di elementi giovani venuti alla ribalta nell'attuale campionato: mi vengono in mente il reggino Bianchi e anche Almiron dell'Empoli che è stato già bloccato. Chiaramente ritengo sicura la conferma dell'allenatore vincente Didier Deschamps. Chi non ha bisogno di molto per irrobustirsi è la Roma, ma quel poco che deve fare, lo dovrà fare presto e bene. Spalletti (confermatissimo) ha trovato un gioco ideale per la sua squadra, che però è troppo Totti-dipendente ed ha pochi rincalzi. Sono necessarie valide alternative e l'ingaggio di uno sfondatore che non può essere Vucinic; i giallorossi, con il grande gioco che impongono agli avversari sulle fasce, farebbero faville con uno come Trezeguet, francese senza rivali quando c'è da colpire di testa e in zona gol.
Prevedo un grande futuro per la baby-Fiorentina
Il futuro della Fiorentina, se è quello mostrato da Pazzini nell'Under 21 scesa in campo a Wembley, sarà roseo al di là di ogni previsione. I fratelli Della Valle hanno una squadra strutturalmente molto forte e con ricambi più che adeguati (oltre a Pazzini ricordiamo Reginaldo e i nuovi acquisti Van Der Borre e Lupoli). Su questa struttura sarà facile lavorare per renderla ancora più solida. Scampoli da altri fronti. Mazzarri salverà la Reggina e andrà ad allenare la Samp. Novellino, comunque, non resterà certo disoccupato: l'anno sorso era in predicato per la Juve e per il Napoli, è un allenatore che ha sempre lavorato bene e il suo curriculum parla per lui. Buon colpo, infine, del Torino, che si è assicurato a parametro zero il forte difensore del Messina Zoro.
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