Saturday, March 10, 2007

CHE FINE HA FATTO IL GIUDICE RUPERTO?

LUCIANO MOGGI
Da Libero di venerdì 9 Marzo 2007

Uno, dieci, cento scopritori di Ibrahimovic
Caro signor Moggi, hanno scoperto tutti Ibrahimovic. Ibra di qua, Ibra di là. Tutti a disquisire delle sue doti, del suo talento, anche dei suoi "maestri", quelli che lo hanno scoperto o gli hanno insegnato quante cose si possono fare con il pallone. Silenzio ed omissioni su chi dobbiamo ringraziare se questo genio del calcio è in Italia e non in Spagna o in Gran Bretagna. Ne vedo tanta di gente restia, di quelli cioè che non vogliono per nessun motivo seguire il precetto evangelico del "dare a Cesare quel che è di Cesare". Il perché è semplice. Dovrebbero citare e ringraziare lei, caro signor Moggi, che in fatto di calcio ha avuto sempre l'occhio più lungo degli altri. Pensi che il signor Cannavò, quello che lei indica come il "Candido ma non troppo", si è spinto sino a sentenziare che è stata l'inter a far grande Ibrahimovic e non viceversa come sanno tutti, anche i bambini. Tutto pur di non dare a lei neanche il piacere di una citazione al merito. Il signor Cannavò, che parla tanto dei diversamente abili, che sembra avere una lacrima e un'attenzione per tutti, ha mai pensato di imporsi un po' di onestà critica anche quando parla di calcio, quando si lancia nei suoi sermoni quotidiani? Senza offesa, mi sa tanto che Cannavò abbia sbagliato mestiere. A me sembra più un curato di campagna con i suoi pezzi sempre uguali, buoni per conciliare il sonno (ribadisco senza offesa, ma a me fanno questo effetto). A proposito, io sapevo che era stato Ibrahimovic, un po' tradendo la sua juventinità, a offrirsi all'Inter ed invece apprendo da una intervista ad Oriali, che è stata l'inter quando il catafalco della Juve era ancora caldo - a presentarsi a Torino per approfittare della divisione delle spoglie, proprio come si faceva nell'antica Roma, ai tempi di Trimalcione. Che ambiente, signor Moggi, che ambiente. ALBERTO M.
Caro Alberto, sono stato a guardare a leggere tutta la messe di storie e di lodi sperticate sul conto di Ibrahimovic. Tutti hanno trovato qualcosa da dire e da raccontare, tutti insomma sanno tutto di questo straordinario genio del pallone. In tanti hanno preferito esibirsi in lunghi giri viziosi pur di non regalare citazioni (di meriti non ne parliamo proprio) a chi l'ha portato alla Juve e quindi in Italia. Chi conosce il calcio, però, sa bene qual è la verità... Sul "Candido ma non troppo", invece, siamo alle solite: ciascuno ogni tanto dovrebbe interrogare la propria coscienza. I suoi "Fatemi capire" non raccontano niente di nuovo: il Candido ama stare con chi vince. Fa così da sempre. Altra cosa che ama fare da sempre è cercare di distruggere progressivamente i suoi avversari (o presunti tali). In quanto a Ibrahimovic, la prestazione non eccezionale di Valencia, che ha coinvolto tutta la squadra, nulla toglie alla grandezza del calciatore. Ma provate ad immaginare un periodo di magra per Ibra e quello che ne direbbe Cannavò, quando le sue prestazioni non dovessero essere più funzionali alla grandezza dell'inter. Il Candido è fatto così. Prendere o lasciare. Io (lo) lascio naturalmente.

Inter fuori dall'Europa: c'è spazio per un ricorso?
Caro Luciano Moggi, ci ritroviamo tristi e sconsolati a piangere per il "club degli onesti" (passaporti, firme false, bilanci taroccati...), che al primo lieve (Valencia) colpo di vento è caduto senza onore (vedere scazzottata finale degna dei films di Bud Spencer e Terence Hill). La stessa squadra "degli onesti" alla quale fu assegnato uno scudetto a tavolino da un tribunale che aveva come presidente-giustiziere Guido Rossi, ex dirigente del Cda dell'inter. Già, loro, dopo l'euro-debacle non possono neppure appellarsi a quella canzone che diceva: "bisogna saper perdere, non sempre si può vincere..." perché, ahimé, in realtà non vincono da tanto, tantissimo tempo (stanno aspettando da circa 15 anni). La squadra degli invincibili, dei galattici, dei record, degli Inter-terrestri (così era il titolo della beneamata Rosea), è caduta miseramente, sciogliendosi come neve al sole al primo serio banco di prova! Ma forse, amici interisti, non tutto è perduto... Credo ci siano gli estremi per un ricorso per quel rigore non dato, per quell'arbitro poco compiacente (meglio quello dell'andata, che ha assegnato il primo gol in netto fuorigioco!). Un dubbio mi assale: non ci sarà per caso ancora la mano e la regia di quel diavolo di Luciano Moggi? Che ne pensano gli amici della Rosea, il Candido (ma non troppo) Cannavò, il Beppe Severgnini? Commissario Pancalli, che ne dice di aprire un'inchiesta che consenta di far luce sulla questione e magari permetta di far riammettere l'inter in Champions League. Non dovesse riuscirci quantomeno ci dica che l'eliminazione è stata solo un brutto sogno. Ossequi, GINO BAJOLI Parma

Caro Gino, ho visto nel dopo partita di Valencia un Moratti - sereno e riflessivo - ritrovarsi a dover commentare l'amara eliminazione e la coda dei brutti incidenti, escludendo la possibilità di qualsiasi ricorso (ci mancherebbe altro). Certo spiace sempre vedere un club italiano lasciare le competizioni europee, specie se con qualche rimpianto e recriminazione. Ma questo è il calcio e può anche capitare di ritrovarsi in Italia con un enorme vantaggio sulle altre contendenti e, invece, uscire dalle coppe europee già dopo gli ottavi. La tua (non tanto) sottile ironia trascina davvero, ma vorrei ricordare solo gli atteggiamenti e le parole spese in passato dai tanti soloni del calcio quando incidenti di questo tipo (pochi per fortuna) sono occorsi anche alla mia Juve. Quanto a me ti dico subito che non c'entro nulla: ero impegnato a risvegliare lo Stromboli...

Caro Luciano ho visto che, di recente, hai rivolto la tua attenzione al mondo dei procuratori. Credo che non basti a fare chiarezza sul mondo del calcio. Io ti scrivo da Vercelli, sono tifoso della vecchia "Pro" e vorrei segnalarti l'evidente anomalia che vede protagonista il procuratore Palazzi che vuole vedere per forza penalizzata la mia squadra del cuore e che, invece, per motivi assolutamente inspiegabili, ha voluto sottrarre al giudizio d'appello davanti alla Caf, l'Avellino. E' accaduto, infatti, che nel corso della medesima riunione davanti alla disciplinare di serie C, Pro Vercelli ed Avellino non avevano viste accolte le richieste di Palazzi e avevano evitato così una penalizzazione in punti per episodi connessi alle pratiche d'iscrizione ai campionati 2006/07. Ed ecco che Palazzi incredibilmente decide di continuare a perseguire la Pro Vercelli, ma omette di fare lo stesso con l'Avellino. Ma che mondo ormai è questo che consente di calpestare il Diritto (con la D maiuscola...) e omette il resto. Qualcosa di simile è accaduto anche per te, che sei rimasto in fondo l'unico colpevole con tutti gli altri eccellenti protagonisti di Calciopoli subito riabilitati, forse persino con tante scuse. Scommetto però che neanche tu sai dirmi che fine ha fatto Ruperto, il lupo cattivo inventato da Rossi per tentare di seppellire la Juve e chi l'ha fatta grande. Dopo l'impareggiabile duetto con l'avvocato Zaccone per arrivare a patteggiare una pena congrua (sic!), Ruperto ha fatto perdere le sue tracce all'interno della Figc, dimettendosi dalla Caf. E allora, dirai tu, sarà stato sostituito: no, no, no. Ad ulteriore conferma che Rossi non è mai stato lineare nel gestire la vicenda estiva e che Ruperto altro non era che un vero e proprio giudice speciale, dopo le sue dimissioni non è stato sostituito e a guidare la Caf ancora oggi sono i due vicepresidenti in carica con lui. Credo non sia assolutamente tollerabile che qualcuno pensi di poter gestire a piacimento destini personali e societari di importanza assolutamente rilevante come il tuo e quello della gloriosa Juventus. Forza Luciano. MARIANO PESTRIN
Come da sempre sostengo da queste colonne, tutto quanto successo alla fine della stagione scorsa è frutto di pura strumentalizzazione. Le intercettazioni non hanno mai avuto la patente di legittimità richiesta dalle leggi e non potevano essere utilizzate nel procedimento sportivo. Sono state elevate a rango di prova da Palazzi e dagli altri giudici federali con palesi violazioni anche di norme costituzionali. Sono cose che si commentano da sole allo stesso modo di quanto da te denunciato circa l'accanimento di Palazzi sulla Pro Vercelli. Anche sulla Caf confesso che hai colto nel segno: non sapevo proprio che Ruperto non fosse stato sostituito. E' la riprova dell'evidente confusione (per così dire...) che regna nel mondo del calcio attuale, ma raccolgo volentieri l'assist che non mancherà di essere opportunamente valutato dai giudici amministrativi: i giudici speciali, infatti, non sono ammessi dalla nostra Costituzione e anche il giudizio su Calciopoli non poteva essere sottratto ai giudici naturali. La battaglia continua... Ancora sul variegato mondo dei procuratori...
Caro Luciano, finalmente qualcuno che fa qualcosa per scoperchiare i segreti (di Pulcinella) del variegato mondo dei procuratori. Se hai voglia di tornare sull'argomento ti fornisco qualche assist: D'Amico/Pasqualin hanno portato via a Grimaldi Ringhio Gattuso al momento del suo trasferimento dal Celtic al Milan, mentre Branchini/Pallavicino sono stati, per dir così, molto vicini ad Albertini, cui si deve la chiamata in Nazionale di Donadoni e Casiraghi. Quanto ti ho appena segnalato in relazione al mondo dei procuratori mi sembra perfettamente in linea con le tue tesi in materia dei rapporti di convenienza tra rappresentanti e rappresentati. Piuttosto, il prode ds Antonelli (ormai con mandato pluriennale ad Ascoli) cosa c'entra mai con Blasi, ora alla Fiorentina ma sempre di proprietà Juventus? Grazie per l'ospitalità e ricorda il nostro calcio non può fare a meno di te (guarda i casini successi anche domenica scorsa). FEDERICO SPADAVECCHIA
Caro Federico, anche i riferimenti della tua lettera non fanno altro che confermare e rafforzare i concetti cui ho accennato nella risposta a Lamberto di giovedì scorso. Il percorso di Gattuso, semmai, introduce un tema che riprenderò più avanti: la figura dei genitori (a proposito, importante anche per Tretzeguet/Caliendo). Anch'io, devo dirti, sono sorpreso per il ruolo che Antonelli reclama su Blasi: al momento del suo passaggio alla Juve non c'erano, infatti, documenti ufficiali che gli attribuissero la procura del calciatore, anzi proprio dai documenti ufficiali stessi emerge come il procuratore di Blasi fosse soggetto diverso. Non mi sembra che vi sia qualcosa di vero negli argomenti che Antonelli ha voluto estrinsecare ai pm romani che curavano l'inchiesta sulla posizione della Gea. A Blasi, è stato deciso, infatti, di prolungare il contratto solo dopo la sua definitiva affermazione e consacrazione di calciatore di rango Juventus, senza tener in alcun conto di chi fosse il procuratore: dopo aver disputato, cioè, un anno da titolare con 27 presenze ed aver ottenuto la convocazione in Nazionale con pieno merito. D'altra parte le sue qualità le sta mettendo in mostra nella Fiorentina a cui è stato dato in prestito dalla Juve. Antonelli dimentica che di queste (che altro non sarebbero) marchette, Luciano Moggi non è ha mai fatte perché da dirigente responsabile ha inteso sempre fare, unicamente, gli interessi del club di appartenenza lasciando ad altri esponenti societari, senza mai interferire, la cura dei rapporti con la Gea. Nella Juve non c'è mai stata confusione nei ruoli ed ognuno ha sempre legittimamente esercitato le proprie prerogative: i risultati sono sotto gli occhi di tutti e i giocatori che venivano presi erano quelli che potevano rinforzare la Juve e non quelli che venivano da un procuratore piuttosto che da un altro. Sui casini di domenica solo una battuta: bravi dirigenti non ci si inventa. La gavetta è assolutamente necessaria e come un bravo calciatore può non diventare automaticamente un bravo allenatore, allo stesso modo un arbitro internazionale può non diventare subito un bravo designatore.

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