Monday, March 05, 2007

IL PARERE TECNICO

G.VA.
Da Tuttosport di sabato 3 Marzo 2007

TORINO. La Juventus è una società per azioni quotata in Borsa dal 20 dicembre 2001. Questo ineluttabile punto di partenza costituisce la principale ed enorme difficoltà per il progetto di azionariato popolare. Se nella teoria è tutto fattibile, nella pratica la strada è lunga e in salita.
Se il modello a cui ci si ispira è quello del Real Madrid, la prima mossa da fare è quella di uscire dalla Borsa. « In gergo tecnico si definisce “ delistare” una società » , spiega l’avvocato Fabio Cannizzaro, esperto di diritto societario. « E non è certo un procedimento semplice. Semplificando con una battuta: uscire dalla Borsa è complicato almeno quanto entrarci. Ed è pure molto lungo » .
Insomma, la condizione societaria della Juventus attuale non consente iniziative come quella che vorrebbe ispirare l’Associazione del professor Bertinetti. E il primo ostacolo da rimuovere è proprio la Borsa: tempo stimato circa sei mesi. « Sarebbe necessario un’offerta pubblica di acquisto per ritirare le azioni dal mercato e poi procedere con l’iter previsto » .
A quel punto, con la Juventus che tornerebbe a essere una società non quotata, la proprietà potrebbe decidere di cambiare lo statuto societario e, ispirandosi, alle esperienza spagnole o tedesche a riguardo, ripartire con una formula che consenta ai tifosi di partecipare con un contributo diretto sotto forma di quota associativa ( più o meno come accade in certi circoli) e di eleggere un presidente o un amministratore che governi la società, eventualmente contribuendo con una quota decisamente più alta ( così accade a Madrid, per esempio) alle casse societarie.
« La formula sarebbe da stabilire, anche in base alle leggi che vigono in Italia, differenti da quelle spagnole. Ma i margini per realizzare qualcosa di simile ci sono sicuramente » , spiega Cannizzaro. « Naturalmente è indispensabile la volontà della proprietà che dovrebbe dare il via a tutta l’iniziativa, dall’uscita dal mercato azionario al cambio di statuto » .
Insomma, la strada è lunga e complicata, perché il punto di partenza ( la Juventus quotata in Borsa) rende tutto più difficile. L’alternativa all’iniziativa disegnata da Bertinetti sarebbe, invece, svolgere tutto sul mercato azionario: ovvero rendere disponibile una maggiore quota di azioni da parte della famiglia Agnelli che detiene ancora la maggioranza. A quel punto si potrebbe avere una società ad azionariato diffuso e i soci potrebbero eleggere i loro amministratori ed eventualmente sancire degli aumenti di capitale a carico di tutti. In questo modo si potrebbe finanziare direttamente la società. Anche in questo caso, però, diventa necessaria la volontà della proprietà a perdere il controllo sulla Juventus. Un’altra ipotesi altamente improbabile. Almeno allo stato attuale delle cose.

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