ALBERTO PASTORELLA
Da Tuttosport di martedì 27 Febbraio 2007
ROMA. Sarà la terza richiesta. Terza e ultima, avvisano dall’Ufficio Indagini. Poi, in ogni caso, si chiuderà la pratica e si trasmetterà la relazione al procuratore Stefano Palazzi, che provvederà ai deferimenti. Non c’è più tempo per aspettare: anche se si sperava in una ben diversa collaborazione da parte della Procura di Milano, l’inchiesta non si può fermare. La giustizia sportiva non può e non deve avere i tempi lunghissimi, insopportabili della giustizia ordinaria. E così, per quanto riguarda i pedinamenti che sono stati ordinati o comunque accettati dall’inter, si sta per giungere alla svolta. In settimana, come detto, l’Ufficio Indagini prenderà, si fa per dire, carta e penna e scriverà alla procura di Milano per cercare di avere i faldoni che riguardano il caso Telecom e le intercettazioni. Sarà il terzo e ultimo tentativo, come detto, di poter conoscere gli atti dell’inchiesta penale. Se dovesse andare ancora una volta a vuoto, comunque gli elementi sono tali da poter arrivare alla conclusione delle indagini. Al massimo, si potrà ottenere una conclusione con riserva, proprio per lasciare una finestra aperta in caso di fatti nuovi e non conosciuti: la delicatezza dell’inchiesta Telecom, i tentativi anche recenti di inquinare le prove ( Tavaroli, il teste principale, è stato di recente trasferito di carcere proprio perché era riuscito a comunicare con l’esterno), non consentono alternative o scorciatoie. E sulla possibilità che da questa vicenda emergano sviluppi clamorosi si è sbilanciato Luciano Moggi ieri sera a Matrix: «Dai soggetti che sono in carcere, capirete tante cose». Difficile che il riferimento non fosse a Tavaroli.
Dalle carte in mano all’Ufficio Indagini, si possono già fare delle previsioni che difficilmente verranno smentite. Per quanto riguarda i pedinamenti ordinati su Cristian Vieri, si va sicuramente verso l’archiviazione. Quei pedinamenti, peraltro ammessi sia dal presidente dell’inter, Massimo Moratti, sia dal vicepresidente Rinaldo Ghelfi, e confermati anche dal ritrovamento di una fattura intestata all’inter nella sede londinese della società che aveva provveduto a mettere sotto controllo la vita privata del bomber nerazzurro, risalgono al 2001, un periodo piuttosto negativo, da un punto di vista calcistico, per il giocatore. La vicenda è emersa solo a fine 2006, e di lì a poco è diventata materia per l’Ufficio Indagini, che ha ascoltato sia il giocatore sia il presidente. Ma siccome nella giustizia sportiva c’è una prescrizione di due anni per le società e di quattro anni per i dirigenti, ecco che ormai il tempo è trascorso. E quindi, malgrado l’ammissione dell’inter e di Moratti, non si potrà procedere. Vieri ha comunque annunciato l’intenzione di procedere contro il suo ex presidente in sede civile, a titolo di risarcimento.
Diverso invece il discorso per il cosiddetto dossier De Santis.
L’assenza del materiale da parte della procura di Milano non chiarisce se, come ha sempre sostenuto l’inter, il dossier sia stato consegnato già completo e la società si sia limitata a non denunciare l’episodio, o se invece sia stata proprio l’inter, su segnalazione di un ex arbitro, a ordinare di spiare nella vita privata e nelle abitudini di De Santis. In ogni caso, la prescrizione varrebbe solo per la società, ma non per i dirigenti, Moratti in primis. L’Ufficio Indagini, anche su sollecitazione del commissario Pancalli che nelle scorse settimane si era lamentato dei troppi “casi” rimasti sepolti tra Ufficio Indagini e Procura federale, ha deciso di imprimere una svolta. Il 15 marzo è il termine ultimo che si è imposto per la consegna della relazione a Palazzi. Moratti rischia il deferimento per violazione dell’articolo 1 e, se condannato, a squalifica e sanzioni pecuniarie. L’ex arbitro sarebbe intenzionato a chiedere in sede civile un risarcimento di 5 milioni di euro.
Ma è chiaro che i rischi maggiori l’inter li corre sul fronte dell’indagine che riguarda il falso in bilancio. Come si ricorderà, sull’argomento c’era stato uno stralcio da parte del procuratore Palazzi, che aveva provveduto a deferire la società e Oriali per una questione secondaria, sostanzialmente medica e assicurativa, relativa al portiere Brunelli.
Ma non aveva deciso nulla sulle plusvalenze, il vero caso emerso indagando sul caso Brunelli, rinviando all’Ufficio Indagini per ulteriori approfondimenti. Anche in questo caso, dalla Procura di Milano il materiale arriva con molta cautela e lentezza, ma in questo caso devono ancora partire le nuove audizioni degli 007 e quindi c’è più tempo per aspettare gli atti giudiziari.
Da Tuttosport di martedì 27 Febbraio 2007
ROMA. Sarà la terza richiesta. Terza e ultima, avvisano dall’Ufficio Indagini. Poi, in ogni caso, si chiuderà la pratica e si trasmetterà la relazione al procuratore Stefano Palazzi, che provvederà ai deferimenti. Non c’è più tempo per aspettare: anche se si sperava in una ben diversa collaborazione da parte della Procura di Milano, l’inchiesta non si può fermare. La giustizia sportiva non può e non deve avere i tempi lunghissimi, insopportabili della giustizia ordinaria. E così, per quanto riguarda i pedinamenti che sono stati ordinati o comunque accettati dall’inter, si sta per giungere alla svolta. In settimana, come detto, l’Ufficio Indagini prenderà, si fa per dire, carta e penna e scriverà alla procura di Milano per cercare di avere i faldoni che riguardano il caso Telecom e le intercettazioni. Sarà il terzo e ultimo tentativo, come detto, di poter conoscere gli atti dell’inchiesta penale. Se dovesse andare ancora una volta a vuoto, comunque gli elementi sono tali da poter arrivare alla conclusione delle indagini. Al massimo, si potrà ottenere una conclusione con riserva, proprio per lasciare una finestra aperta in caso di fatti nuovi e non conosciuti: la delicatezza dell’inchiesta Telecom, i tentativi anche recenti di inquinare le prove ( Tavaroli, il teste principale, è stato di recente trasferito di carcere proprio perché era riuscito a comunicare con l’esterno), non consentono alternative o scorciatoie. E sulla possibilità che da questa vicenda emergano sviluppi clamorosi si è sbilanciato Luciano Moggi ieri sera a Matrix: «Dai soggetti che sono in carcere, capirete tante cose». Difficile che il riferimento non fosse a Tavaroli.
Dalle carte in mano all’Ufficio Indagini, si possono già fare delle previsioni che difficilmente verranno smentite. Per quanto riguarda i pedinamenti ordinati su Cristian Vieri, si va sicuramente verso l’archiviazione. Quei pedinamenti, peraltro ammessi sia dal presidente dell’inter, Massimo Moratti, sia dal vicepresidente Rinaldo Ghelfi, e confermati anche dal ritrovamento di una fattura intestata all’inter nella sede londinese della società che aveva provveduto a mettere sotto controllo la vita privata del bomber nerazzurro, risalgono al 2001, un periodo piuttosto negativo, da un punto di vista calcistico, per il giocatore. La vicenda è emersa solo a fine 2006, e di lì a poco è diventata materia per l’Ufficio Indagini, che ha ascoltato sia il giocatore sia il presidente. Ma siccome nella giustizia sportiva c’è una prescrizione di due anni per le società e di quattro anni per i dirigenti, ecco che ormai il tempo è trascorso. E quindi, malgrado l’ammissione dell’inter e di Moratti, non si potrà procedere. Vieri ha comunque annunciato l’intenzione di procedere contro il suo ex presidente in sede civile, a titolo di risarcimento.
Diverso invece il discorso per il cosiddetto dossier De Santis.
L’assenza del materiale da parte della procura di Milano non chiarisce se, come ha sempre sostenuto l’inter, il dossier sia stato consegnato già completo e la società si sia limitata a non denunciare l’episodio, o se invece sia stata proprio l’inter, su segnalazione di un ex arbitro, a ordinare di spiare nella vita privata e nelle abitudini di De Santis. In ogni caso, la prescrizione varrebbe solo per la società, ma non per i dirigenti, Moratti in primis. L’Ufficio Indagini, anche su sollecitazione del commissario Pancalli che nelle scorse settimane si era lamentato dei troppi “casi” rimasti sepolti tra Ufficio Indagini e Procura federale, ha deciso di imprimere una svolta. Il 15 marzo è il termine ultimo che si è imposto per la consegna della relazione a Palazzi. Moratti rischia il deferimento per violazione dell’articolo 1 e, se condannato, a squalifica e sanzioni pecuniarie. L’ex arbitro sarebbe intenzionato a chiedere in sede civile un risarcimento di 5 milioni di euro.
Ma è chiaro che i rischi maggiori l’inter li corre sul fronte dell’indagine che riguarda il falso in bilancio. Come si ricorderà, sull’argomento c’era stato uno stralcio da parte del procuratore Palazzi, che aveva provveduto a deferire la società e Oriali per una questione secondaria, sostanzialmente medica e assicurativa, relativa al portiere Brunelli.
Ma non aveva deciso nulla sulle plusvalenze, il vero caso emerso indagando sul caso Brunelli, rinviando all’Ufficio Indagini per ulteriori approfondimenti. Anche in questo caso, dalla Procura di Milano il materiale arriva con molta cautela e lentezza, ma in questo caso devono ancora partire le nuove audizioni degli 007 e quindi c’è più tempo per aspettare gli atti giudiziari.
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