IL PUNTO
VITTORIO OREGGIA
Da Tuttosport di giovedì 26 Aprile 2007
Se quella di Alessio Secco può essere legittimamente considerata una battuta in perfetto stile moggiano, perché ottanta milioni di euro per Gianluigi Buffon non li spendono né Massimo Moratti in stato di euforia totale nè Roman Abramovich in un rigurgito di follìa pura, cosa si cela dietro il ragionamento del direttore sportivo della Juventus invece è tutt’altro che uno scherzo. Assegnando una valutazione iperbolica al portiere, ancorché il migliore del mondo, la società bianconera spedisce infatti due messaggi forti e chiari: il primo a Buffon medesimo, il secondo ad eventuali acquirenti. Per la verità c’è spazio anche per un terzo messaggio, destinatari i tifosi. Cominciamo proprio da quest’ultimo e da quest’ultimi: se davvero esiste il parente stretto di un emiro disposto a scucire l’equivalente di 155 miliardi delle vecchie lire - più di quanto la Juventus lo pagò nel 2001, più di quanto il Real Madrid versò per Zidane all’epilogo di un’epoca ricchissima e irripetibile - il ricavato dovrà essere subito investito per assicurarsi almeno tre fuoriclasse, uno per reparto, rendendo possibile ad esempio il sogno Gerrard, l’ipotesi Lampard, la prospettiva Toni. Dunque, finanziando la ricostruzione della squadra.
Tornando invece a una dimensione più realistica, Buffon adesso ha piena consapevolezza del fatto che Secco e - per estensione del concetto - la società non intendono piegare la schiena qualora dovesse scegliere di abbandonare la Juventus. Non è indispensabile aspettare molto, questione di poche settimane, persino la bella Alena ha chiesto al suo compagno se deve attrezzarsi per fare le valigie oppure se continuerà a essere una pendolare dell’autostrada Torino-Milano. Buffon ha sempre pensato a una sorta di tacita accondiscendenza da parte dei dirigenti dopo il gesto di buona volontà compiuto l’estate scorsa, ma probabilmente conviene che riveda le sue idee. Non fosse altro perché c’è un contratto con parecchi zeri e con scadenza nel giugno 2011. Insomma, il patto non esiste e se esiste ha la consistenza della marmellata. Allo stesso modo, e siamo al messaggio finale, chi vuole il portierone deve sapere che sarà necessario svenarsi per sfilarlo alla Juventus. Quaranta milioni non spostano, forse ce ne vanno quarantacinque, magari cinquanta. E chi si può permettere un’operazione che, nella sua interezza, cioè tenendo conto pure dell’ingaggio, va per lo meno raddoppiata? Pochi, pochissimi. Giusto Abramovich e Moratti: uno è coperto con Petr Cech, l’altro si porta appresso un problema non da poco di questi tempi. E’ il padrone dell’inter. Dunque?
VITTORIO OREGGIA
Da Tuttosport di giovedì 26 Aprile 2007
Se quella di Alessio Secco può essere legittimamente considerata una battuta in perfetto stile moggiano, perché ottanta milioni di euro per Gianluigi Buffon non li spendono né Massimo Moratti in stato di euforia totale nè Roman Abramovich in un rigurgito di follìa pura, cosa si cela dietro il ragionamento del direttore sportivo della Juventus invece è tutt’altro che uno scherzo. Assegnando una valutazione iperbolica al portiere, ancorché il migliore del mondo, la società bianconera spedisce infatti due messaggi forti e chiari: il primo a Buffon medesimo, il secondo ad eventuali acquirenti. Per la verità c’è spazio anche per un terzo messaggio, destinatari i tifosi. Cominciamo proprio da quest’ultimo e da quest’ultimi: se davvero esiste il parente stretto di un emiro disposto a scucire l’equivalente di 155 miliardi delle vecchie lire - più di quanto la Juventus lo pagò nel 2001, più di quanto il Real Madrid versò per Zidane all’epilogo di un’epoca ricchissima e irripetibile - il ricavato dovrà essere subito investito per assicurarsi almeno tre fuoriclasse, uno per reparto, rendendo possibile ad esempio il sogno Gerrard, l’ipotesi Lampard, la prospettiva Toni. Dunque, finanziando la ricostruzione della squadra.
Tornando invece a una dimensione più realistica, Buffon adesso ha piena consapevolezza del fatto che Secco e - per estensione del concetto - la società non intendono piegare la schiena qualora dovesse scegliere di abbandonare la Juventus. Non è indispensabile aspettare molto, questione di poche settimane, persino la bella Alena ha chiesto al suo compagno se deve attrezzarsi per fare le valigie oppure se continuerà a essere una pendolare dell’autostrada Torino-Milano. Buffon ha sempre pensato a una sorta di tacita accondiscendenza da parte dei dirigenti dopo il gesto di buona volontà compiuto l’estate scorsa, ma probabilmente conviene che riveda le sue idee. Non fosse altro perché c’è un contratto con parecchi zeri e con scadenza nel giugno 2011. Insomma, il patto non esiste e se esiste ha la consistenza della marmellata. Allo stesso modo, e siamo al messaggio finale, chi vuole il portierone deve sapere che sarà necessario svenarsi per sfilarlo alla Juventus. Quaranta milioni non spostano, forse ce ne vanno quarantacinque, magari cinquanta. E chi si può permettere un’operazione che, nella sua interezza, cioè tenendo conto pure dell’ingaggio, va per lo meno raddoppiata? Pochi, pochissimi. Giusto Abramovich e Moratti: uno è coperto con Petr Cech, l’altro si porta appresso un problema non da poco di questi tempi. E’ il padrone dell’inter. Dunque?
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