Wednesday, January 17, 2007

QUELL’URLO DEL CAPITANO

EDITORIALE
GIANCARLO PADOVAN
Da Tuttosport di martedì 16 Gennaio 2007

Del Piero terzino, che costringe Papa Waigo al fallo di fondo e poi invita il pubblico dell’Olimpico di Torino a urlare più forte – perché non si sente abbastanza e la Juve ne ha bisogno –, costituisce la nitida istantanea di una squadra squassata dagli infortuni, che in dieci batte il Cesena e agguanta la testa della classifica, ritrovandosi però senza difesa: Piccolo va a fare il centrale al posto di Kovac, pesto e zoppicante; il duttilissimo Birindelli scala al suo fianco; De Ceglie a sinistra, Balzaretti a destra. Non capisco perché Deschamps, nel momento in cui è stato espulso Zebina, non abbia av­vicendato Trezeguet anziché Camoranesi. L’italo-argentino, almeno per l’atteggiamento dimostrato fino a quel momento, sarebbe stato più utile del francese. Trezeguet, lo si sa, è un delizioso uomo d’area – anche se ieri sera un paio di ottimi suggerimenti li ha mancati –, ma non rientra, non difende palla, non fa salire la squadra. Ti lascia lì, in mezzo ad una strada.
Ma quando si vince, in Italia, si ha ragione a prescindere, mica siamo in Spagna dove il gusto è per il gioco e le sue ragioni. In Italia, naturalmente, chi vince ha sempre ragione. Tranne che si tratti della Juve. La quale ha sempre torto anche adesso che si trova in serie B (unica ad avere pagato con la retrocessione, mentre il Milan gioca in Champions League) e, sul campo – ovvero l’unico terreno di confronto ammesso e credibile –, ha realizzato 44 punti. Nove (erano quelli di penalizzazione) in più del Napoli, con il quale divide il primo posto. E’ tecnicamente discutibile una squadra che, nonostante un progressivo svuotamento dell’organico difensivo, vince così tanto perdendo una volta soltanto in quattordici mesi? Eppure, quasi come un riflesso pavloviano, ogni volta si tira in ballo l’arbitro.
Ieri sera, per esempio, quasi nulli sono stati i commenti televisivi sul fallo subito da Birindelli in occasione dell’1-2 (spinta di Papa Waigo che sbilancia il difensore bianconero e gli impedisce l’intervento sulla linea), mentre si sono sprecati quelli relativi al gol annullato al Cesena nel finale. Strano sentir parlare due ex portieri come Luca Marchegiani e Sebastiano Rossi dell’episodio, omettendo il particolare che un portiere in uscita alta non può essere toccato. Ancor più strano sostenere che il cesenate Mezavilla aveva ostacolato Mirante in maniera involontaria. Tutti sanno, infatti, che il concetto di volontarietà o meno è solo relativo al fallo di mano, non ad altre infrazioni o scorrettezze. Dunque se Mezavilla ostacolava lo poteva fare anche da fermo (e i blocchi sul portiere sono vietati), altrimenti non c’era ostacolo. Ma, si sa, il regolamento ormai è pura interpretazione. Se, infatti, Zebina doveva essere espulso per il fallo di reazione su Mezavilla (sempre lui), come mai a quest’ultimo non è stato fischiato il fallo intenzionale ai danni del francese che avrebbe portato all’ammonizione del cesenate?
Sono domande che solo in un prossimo futuro potremo porre al portavoce degli arbitri, secondo la ge­niale idea del plenipotenziario, Cesare Gussoni. O girare allo sportello- reclami, dietro al quale Antonio Matarrese vorrebbe far sedere Paolo Casarin. In attesa di Collina, le svolte sarebbero queste.

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