PAOLO BERTINETTI
Da Tuttosport di venerdì 10 Novembre 2006
I tifosi juventini pensano, con ragione, che la Juve abbia vinto 29 scudetti. Cosa pensi il Commissario straordinario Pancalli non è chiarissimo: si è limitato a dire che «lo scudetto poteva non essere assegnato, ma la Figc non può revocarlo». E’ invece chiarissimo cosa pensava il suo predecessore, l’interista Guido Rossi, il quale, avendo capito che l’inter non era in grado di vincere lo scudetto sul campo, quasi sistemata la questione per quanto riguarda il campionato 2006-07, gli ha regalato lui quello vinto dalla Juve nel 2005-06.
Rossi sapeva benissimo che lo scudetto ingiustamente revocato al Torino nel 1927 non fu assegnato a nessun’altra squadra; e che anche in Francia, nel 1993, si comportarono allo stesso modo, togliendo lo scudetto al Marsiglia ma non assegnandolo al Monaco, secondo classificato. E allora prima si inventò che la Uefa voleva assolutamente che si indicasse la squadra campione d’Italia; poi nominò tre persone di sua fiducia, tra cui l’ex direttore generale dell’Uefa Gerhard Aigner, per formare una Commissione di Saggi che assegnasse lo scudetto all’inter. Il loro parere è un capolavoro di acrobazie giuridiche, che si concludono con un richiamo a criteri « di ragionevolezza e di etica sportiva».
Quale ragionevolezza? Le inchieste riguardano il campionato 2004-05 e lo scudetto sottratto alla Juve è quello del 2005-06, che non era stato oggetto di indagine: solo a un buontempone, forse anche alticcio, può quindi sembrare ragionevole togliere lo scudetto a chi lo ha vinto.
Quale etica sportiva? Non contenti del furto perpetrato, i Saggi di Rossi hanno assegnato lo scudetto all’inter, il cui dirigente Oriali, a fine aprile 2006 (quindi nel pieno delle lamentazioni dei moralisti per “calciopoli”) patteggiava la pena, cioè ammetteva la colpa commessa, per il passaporto falso di Recoba ( i reati sono ricettazione, falso e contraffazione); per non parlare del suo Presidente Moratti, il quale pensa che spiare illegalmente arbitri e giocatori sia una quisquilia.
E’ difficile immaginare che la decisione dei tre Saggi possa essere confermata da un Tribunale di giustizia sportiva. E poiché esiste il TAS, il Tribunale sportivo di Losanna (organismo giuridico a cui tutti, da Blatter in giù, hanno dichiarato che è perfettamente legittimo rivolgersi), credo che sia doveroso da parte della Juventus farvi ricorso per ottenere giustizia. La società lo deve a se stessa; ma lo deve soprattutto a milioni di tifosi che finora hanno dovuto accettare umiliazioni e penalizzazioni basate non su colpe commesse ma sulla forza di persuasione del linciaggio mediatico.
Questa volta la Juventus non avrà contro le autorità sportive italiane tifose delle squadre rivali; né avrà di fronte giudici italiani condizionati dai media italiani. Per avere possibilità di riuscita, tuttavia, la Juventus farà bene a farsi rappresentare da un avvocato svizzero che già abbia avuto successo presso il TAS. Massima stima per gli avvocati italiani, naturalmente; ma se si vuole vincere, sospetto che si debba proprio fare così.
* Presidente dell’Associazione Na zionale Amici della Juventus
Rossi sapeva benissimo che lo scudetto ingiustamente revocato al Torino nel 1927 non fu assegnato a nessun’altra squadra; e che anche in Francia, nel 1993, si comportarono allo stesso modo, togliendo lo scudetto al Marsiglia ma non assegnandolo al Monaco, secondo classificato. E allora prima si inventò che la Uefa voleva assolutamente che si indicasse la squadra campione d’Italia; poi nominò tre persone di sua fiducia, tra cui l’ex direttore generale dell’Uefa Gerhard Aigner, per formare una Commissione di Saggi che assegnasse lo scudetto all’inter. Il loro parere è un capolavoro di acrobazie giuridiche, che si concludono con un richiamo a criteri « di ragionevolezza e di etica sportiva».
Quale ragionevolezza? Le inchieste riguardano il campionato 2004-05 e lo scudetto sottratto alla Juve è quello del 2005-06, che non era stato oggetto di indagine: solo a un buontempone, forse anche alticcio, può quindi sembrare ragionevole togliere lo scudetto a chi lo ha vinto.
Quale etica sportiva? Non contenti del furto perpetrato, i Saggi di Rossi hanno assegnato lo scudetto all’inter, il cui dirigente Oriali, a fine aprile 2006 (quindi nel pieno delle lamentazioni dei moralisti per “calciopoli”) patteggiava la pena, cioè ammetteva la colpa commessa, per il passaporto falso di Recoba ( i reati sono ricettazione, falso e contraffazione); per non parlare del suo Presidente Moratti, il quale pensa che spiare illegalmente arbitri e giocatori sia una quisquilia.
E’ difficile immaginare che la decisione dei tre Saggi possa essere confermata da un Tribunale di giustizia sportiva. E poiché esiste il TAS, il Tribunale sportivo di Losanna (organismo giuridico a cui tutti, da Blatter in giù, hanno dichiarato che è perfettamente legittimo rivolgersi), credo che sia doveroso da parte della Juventus farvi ricorso per ottenere giustizia. La società lo deve a se stessa; ma lo deve soprattutto a milioni di tifosi che finora hanno dovuto accettare umiliazioni e penalizzazioni basate non su colpe commesse ma sulla forza di persuasione del linciaggio mediatico.
Questa volta la Juventus non avrà contro le autorità sportive italiane tifose delle squadre rivali; né avrà di fronte giudici italiani condizionati dai media italiani. Per avere possibilità di riuscita, tuttavia, la Juventus farà bene a farsi rappresentare da un avvocato svizzero che già abbia avuto successo presso il TAS. Massima stima per gli avvocati italiani, naturalmente; ma se si vuole vincere, sospetto che si debba proprio fare così.
* Presidente dell’Associazione Na zionale Amici della Juventus
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