Saturday, November 18, 2006

CANNAVORO

EDITORIALE
GIANCARLO PADOVAN
Da Tuttosport di venerdì 17 Novembre 2006

Confermato. Fabio Cannavaro ha vinto il Pallone d’Oro battendo Gianluigi Buffon che, lo ripetiamo, noi avremmo preferito in base a valutazioni tecniche (è nettamente il miglior portiere del mondo e lo è stato del Mondiale), storiche (solo una volta, 43 anni fa, si era imposto un portiere, il russo Lev Yashin), logiche (se l’Italia ha vinto la Coppa del Mondo subendo appena due reti, una su autogol di Zaccardo e l’altra da calcio di rigore di Zidane, il portiere conta più di qualsiasi altro difensore).
Di Buffon, e del suo netto vantaggio iniziale nel conteggio dei voti, abbiamo scritto mercoledì 8 novembre, scatenando le unanimi e convergenti reazioni da ogni conti­nente. Tuttavia, sei giorni dopo, siamo stati anche i primi a capire e a riportare ( martedì 14 novembre) che a Parigi, nella sede di France Football, il vento – o qualcosa d’altro – era cambiato e che Cannavaro aveva, come minimo, affiancato il portiere nella corsa al titolo di miglior calciatore europeo. Tre giorni fa – martedì per l’appunto – annunciando che uno tra Cannavaro o Buffon avrebbe certamente vinto il Pallone d’Oro –, sulla prima pagina di Tuttosport abbiamo sottolineato come in ogni caso ci saremmo trovati di fronte al successo non solo dell’Italia, ma anche della Juventus. Sia perché il riconoscimento, riferito all’anno solare 2006, è strettamente connesso alla stagione sportiva 2005-2006, chiusasi appunto con il Mondiale. Sia perché, oltre ad aver alzato la Coppa con altri ventuno azzurri, conta anche aver vinto con il proprio club (campionato e/o coppe europee). Cannavaro e Buffon hanno conquistato con la Juve lo scudetto 2005- 2006, scippato invece, a beneficio dell’inter, da una decisione ingiusta, cervellotica e spudorata. « Comunque sia – aveva ammesso Cannavaro su Tuttosport di mercoledì, quando anche il resto della stampa italiana aveva rilanciato la nostra anticipazione sul testa a testa bianconero – è un Pallone d’Oro anche bianconero: l’anno scorso eravamo fortissimi». So per certo che le posizioni dotate del pregio della chiarezza e dell’anticonformismo provocano struggimenti e rodimenti alle più diverse latitudini, tuttavia il dato è talmente oggettivo da non temere confutazioni.
Confermato. La Juve tornerà in serie A e, secondo il presidente Giovanni Cobolli Gigli, dovrà da subito essere competitiva su tutti i fronti. Anzi, per usare le parole del numero 1 del club bianconero, lo scudetto 2008 è un « imperativo categorico » . Siamo contenti che Cobolli sia così esplicito e determinato nel perseguire gli obiettivi futuri per restituire alla Juve, nel più breve tempo possibile, una grandezza lacerata solo in parte. Ci corre però l’obbligo di ricordargli che per concorrere a livello interno e internazionale servono, da subito, atti concreti. Per esempio risolvere il nodo della permanenza, affrontando anche le questioni contrattuali, per i giocatori più validi, i campioni, i talenti e i fuoriclasse. Da Trezeguet a Camoranesi, da Del Piero a Bojinov fino al rimpinguamento qualitativo della rosa – mi riferisco soprattutto alla difesa – occorre lavorare alacremente sul mercato, senza lesinare sugli investimenti. Purtroppo, alcuni errori sono stati fatti e raggiungere l’inter attuale, che la nuova dirigenza juventina ha contribuito a rafforzare cedendo Vieira e Ibrahimovic, sarà inevitabilmente più difficile. Una ragione in più per programmare con efficacia, oculatezza, preveggenza. E per non tradire promesse e parole.

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