Wednesday, November 15, 2006

CARA JUVE, QUESTA SQUADRA E' FIGLIA MIA

L'INTERVENTO
LUCIANO MOGGI
Da Libero di martedì 14 Novembre 2006

Spiccioli di questioni extra-calcio. Non penso che la mia squalifica (dovuta peraltro ad un processo sportivo-farsa) possa commutarsi in una proscrizione; risalgono a 2000 anni fa le liste di Silla. Mi sia concesso: non capisco, non capisco e non capisco. Quando mi spiegheranno chiaramente come stanno le cose - senza nessun se e nessun ma - toglierò il disturbo; quando porteranno le prove che dimostrano come ho comprato una partita, o pagato un calciatore o un arbitro per vincere la suddetta allora toglierò il disturbo. Ma finché andranno avanti a raccontare favole continuerò a pensare che si tratta di una bufala... per dirla alla Berlusconi. A questo proposito mi sembrano quantomeno poco eleganti le parole di Borrelli nei miei confronti. Da uno del suo prestigio e della sua statura morale mi aspettavo maggiore cautela nell'espressione di determinati concetti: mostra chiaramente di essere prevenuto nei miei confronti, una presunzione assoluta che è pari solo alla verità assoluta di cui dà l'impressione di essere depositario. Non voglio ricordare la sentenza su Calciopoli che ha accertato la mancanza di illeciti sportivi: il presidente della Corte Federale, prof. Sandulli disse: «Non ci sono illeciti, quel campionato non è stato falsato. L'unico dubbio riguarda Lecce-Parma». E poi, il 23 ottobre 2006, intervistato a Telelombardia: «Pur non essendoci prove di avvenimenti che comportavano la sussistenza di un Articolo 6 abbiamo una serie di avvenimenti che non ci lasciano tranquilli». In pratica, per dormire più sereno, condannò la Juve alla serie B, le tolse due scudetti e la Champions League. Che dire poi dell'atteggiamento del giudice della Corte Federale, prof. Mario Serio, che a suo tempo presentò le dimissioni (date per le anomalie di quel processo e per la sentenza già scritta) salvo poi ritirarle. Disse: «Abbiamo cercato di interpretare un sentimento collettivo. Abbiamo ascoltato la gente comune e provato a metterci sulla medesima lunghezza d'onda». Della Gazzetta... Molto, molto molto Serio, per dirla alla Cristian Rocca. E poi, mi vien da chiedere al dottor Borrelli: perché mai non dovrei parlare o esprimere liberamente la mia opinione in Tv o altrove? Caro dottor Borrelli io non "sdottoreggio" affatto, rivendico solo un diritto che nessuno mi può togliere. Per fortuna i tempi dell'inquisizione e di Torquemada sono finiti. Altra domanda: non le basta aver rovinato la famiglia di mio figlio Alessandro con la pubblicazione di intercettazioni che nulla avevano a che vedere con la materia processuale, fatte a bella posta per incuriosire l'opinione pubblica e per mettere in crisi una famiglia composta da due genitori, un bambino di quattro anni e una bimba di due? Le sembra giustizia questa?

Due parole in risposta a John Elkann, che ha parlato di me in un'intervista a "Repubblica". Caro dottor Elkann credo di aver dato tutto quello che ho potuto per amore di questa squadra e di questi colori. Sono stati dodici anni intensi e faticosi, costellati di vittorie e trofei. Non ho mai creduto di essere il Sole, ma per i conoscitori del mondo del pallone la mia provenienza naturale è Marte. Quei due signori (Umberto e Gianni Agnelli) che mi ingaggiarono tanti anni fa e per i quali provo un profondo rispetto non mi pare fossero così sprovveduti... L'intervista rilasciata sabato a "Repubblica" mi ha rattristato: per quanti sforzi io abbia fatto non riesco a trovare risposta alla seguente domanda: perché la Juve ha voluto da subito lanciare strali contro i suoi ex dirigenti ancor prima di capire cosa era successo in realtà? Le altre società si sono difese e hanno protetto i loro dirigenti (ne avevano ben donde), e noi meritavamo almeno un po' (soltanto un po') di rispetto in più per ciò che abbiamo fatto di buono per la Juventus (e di cose ce ne sono assai). Dal canto suo ha riconosciuto che solo noi bianconeri abbiamo pagato, veri capri espiatori di tutta la situazione; questo le fa onore e mi fa piacere. Spero infine che voglia scusarmi se ho fatto gli opportuni scongiuri per quanto detto nell'intervista: «Io pontifico, durerò poco e sono già sul punto di usura» terque, quaterque! Due parole sulla squadra che vi abbiamo lasciato in eredità (potrebbe fare tranquillamente un campionato da primi posti in A): sono felice per lei, per Lapo e per tutti i tifosi della Juventus. Dopo la partita col Napoli sono stati esaltati i giovani e il progetto della dirigenza che su di loro vuole fondare la squadra del futuro. Nessuno ha posto in evidenza che se tanti ragazzi stanno sbocciando così bene il merito va all'efficacia della nostra programmazione. A quelli che hanno scoperto solo ora i Marchisio, i Paro, i De Ceglie, i Cassani, i Mirante, i Gastaldello, i Palladino, i Criscito per citarne solo alcuni, debbo ricordare che Capello ne aveva già tenuto d'occhio più di uno (soprattutto Criscito e Marchisio), già convocati in prima squadra e pronti a esordire in serie A. Che poi il salto potesse essere più sollecito in serie B è un fatto talmente scontato che non è nemmeno il caso di rimarcarlo. Tutti gli appassionati juventini sanno quanto il settore giovanile sia stato il fiore all'occhiello della struttura tecnica da noi organizzata. Mi viene in mente il capo del settore osservatori, Franco Ceravolo, quello del settore giovanile, Nello De Nicola, oltre a tutti i tecnici a cominciare da Vincenzo Chiarenza: a loro va il nostro incondizionato ringraziamento. Per capirci: nella stagione 2005-06 la Juve si è laureata campione d'Italia Primavera, Allievi e Berretti. Sempre la Primavera è riuscita per ben tre volte a vincere il torneo giovanile più importante del mondo: quello di Viareggio. Poco? Sempre forza Juve. luciano.moggi@libero-news.it

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