Saturday, February 24, 2007

inter NEI GUAI MILAN E ROMA CE LA FARANNO

LUCIANO MOGGI
Da Libero di venerdì 23 Febbraio 2007

Gli schiaffi che non ti aspetti dalla Champions e il dubbio inquietante che ne consegue: inter ridimensionata insieme a tutto il calcio italiano? Per trovare la risposta giusta converrà partire dalla premessa che siamo solo a metà percorso e i conti veri si fanno alla fine. Però i segnali d'allarme non vanno trascurati e questi segnali chiamano in causa soprattutto i nerazzurri. Alla squadra di patron Moratti, impegnata sul terreno di casa e forte di una superiorità indiscussa in campionato, si chiedeva non tanto di confermare il primato in Europa, quanto di tenere a distanza il Valencia con almeno un paio di gol di differenza, possibilmente senza subirne: in soldoni un bel 2-0. Compito apparentemente alla portata della truppa interista e che è stato invece malamente portato a termine. E ora ai Mancini-boys serve un'impresa

Il disappunto di Mancini si è letto chiarissimo sul volto deluso nel dopo-gara: quel 2-2 non gli è andato giù perché gli ha fatto un po' perdere la faccia (alla peggio aveva previsto, tra i risultati non graditi, lo 0-0) e soprattutto perché quei due gol potranno pesare parecchio nella gara di ritorno. inter strana, a volte autoritaria (ma il gol di Cambiasso era in fuorigioco), e in altri casi impacciata. Una squadra cangiante come un camaleonte e tanti possibili motivi: l'assenza di Vieira? Un'eccessiva sopravvalutazione di se stessi? Un'interpretazione errata dei valori della Champions League (decisamente superiori a quelli della serie A)? Ognuno di questi fattori ha avuto la sua influenza, ma uno in particolare ha inciso: l'inter si era troppo abituata ad avversari cuscinetto o comunque non alla sua altezza. La "scoperta" che i rivali di turno sanno far male e la sostanziale facilità con cui il Valencia è andato in gol (due volte contro la difesa più forte del campionato italiano) devono far riflettere: eccezion fatta per i tre gol subiti dal Chievo nel lontano 24 settembre 2006 (vittoria di Zanetti e soci per 4-3), nelle altre gare stagionali i nerazzurri avevano subito al massimo un solo gol (5 volte). Non è la prima volta che l'Europa ci schiaffeggia, a dimostrazione forse che il nostro campionato risulta... fin troppo metropolitano. Giuro: ero convinto che l'inter avrebbe vinto la partita. Ora, invece, Mancini e i suoi dovranno cercare l'impresa in terra spagnola, anche perché l'ipotesi di un pareggio dal 3-3 in su (che qualificherebbe i nerazzurri), mi sembra poco realizzabile. Toccherà vincere e non sarà semplice nonostante le dichiarazioni ottimistiche di Mancini. Ora, non voglio spaventare oltre misura i tifosi interisti, ma mi corre l'obbligo di far notare come l'inter abbia usufruito di un giorno in più rispetto agli avversari per preparare il match. Di più: nell'ultimo turno di campionato Zanetti e soci hanno affrontato l'abbordabile Cagliari, mentre il Valencia si è imposto per 2-1 sul Barcellona. A voler ragionare con il senno di poi... forse i campanelli d'allarme c'erano tutti e non sono stati tenuti in adeguata considerazione. Di una cosa sono sicuro, l'inter non andrà certo in Spagna sottovalutando la forza dell'avversario: se è vero che il Valencia è più forte in casa che fuori, è altrettanto vero che i Moratti-boys restano una squadra di assoluto livello, capace di qualunque impresa. Lo dice anche Mancini, ma forse non ne è del tutto convinto: il tecnico interista sa bene che patron, dirigenza e tifoseria hanno già messo in cassetto lo scudetto e che tutte le emozioni sono riservate alla Champions. Sbagliare, insomma, sarebbe una delusione troppo grossa da assorbire e appannerebbe persino il primo tricolore dell'era Moratti (perché quello consegnato "a tavolino" da Guido Rossi non si può chiamare scudetto). Il fatto è che nell'ambiente c'è chi con troppo anticipo ha pronosticato l'accoppiata campionato-Champions. Il percorso, invece, è ancora molto lungo e a questo punto fortemente a rischio, anche perché non saranno della partita né Vieira né Cambiasso.

Totti e C. se la giocano, Diavolo già ai quarti
La Roma non sta molto meglio dell'inter, ma potrebbe avere qualche possibilità in più visto il risultato maturato all'Olimpico (0-0): il Lione non ha convinto del tutto e il temuto Juninho si è visto poco anche sui calci da fermo. Per i giallorossi, svanito il sogno scudetto, è fondamentale andare più avanti possibile in Europa, fermo restando la finale di Coppa Italia già conquistata. Tutt'altro discorso per il Milan, non fosse altro che i rossoneri giocheranno a San Siro. A Glasgow, Ancelotti è stato pragmatico, (com'era giusto che facesse) e con il 4-4-2 ha rafforzato la linea difensiva davanti al rientrante Kalac. Il modulo è risultato talmente positivo che ha dato frutti anche all'attacco, con tre palle gol sprecate da Gilardino. Chi, parlando del Milan, ha parlato di "occasione perduta", probabilmente non ha capito la strategia di Ancelotti; alla luce dei risultati delle altre italiane, si sarà ravveduto. Bravo, dunque, il tecnico di Reggiolo, che può tenere anche a mente come il Celtic, finora, abbia collezionato pessime figure fuori casa. E poi, parliamoci chiaro: se Gilardino avesse avuto più fortuna, i rossoneri avrebbero già potuto parlare di trionfo. Troppo forse, per questo Milan che continua ad avere molti problemi. Ed è con quelli che Ancelotti è costretto continuamente a misurarsi. Tra le altre, non posso non complimentarmi con Shevchenko, che ha salvato il Chelsea sul campo del Porto. Guai grossi per i campioni uscenti del Barcellona, tramortiti in casa dal Liverpool, mentre solo il Manchester Utd può stare tranquillo: dopo la vittoria a Lilla il passaggio ai quarti è solo una formalità.

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