Sunday, February 18, 2007

LO SPETTACOLO CHE NOI AMIAMO

EDITORIALE
GIANCARLO PADOVAN
Da Tuttosport di domenica 18 Febbraio 2007

Del Piero 3-Ronaldo 2. Riconosco che ci sono formule meno cronistiche e più suggestive per fornire il senso di un sabato calcistico. Tuttavia questo è solo il secondo fi­ne settimana dalla tragedia di Catania, il primo in cui gli stadi tornano gradualmente a popolarsi. Serve misura. Eppure, all’improvviso, il calcio è esploso come un fiore sgargiante, con una prepotenza fino ad oggi appena avvertita. Giornata specialissima e, a suo modo, di rinascita intorno allo sport e ai suoi contenuti. In serie A non c’è solo il Ronaldo milanista ad accendere d’entusiasmo i cuori degli appassionati. C’è anche l’inter (sì, l’inter) che sul campo – come e più della Juve trionfatrice dello scorso campionato – conquista un record di sedici vittorie consecutive, mai riuscito a nessuno prima, nei grandi campionati d’Europa. La vittoria sul Cagliari, meno squillante anche per i meriti dell’avversario, vale definitivamente lo scudetto, vero, sulla maglia immacolata della prossima stagione.
Da sportivi, quali tutti crediamo di essere, questa è la giornata da consegnare al rispetto dell’avversario e alla testimonianza del suo valore. L’inter ha quattordici punti sulla Roma, è diventata convincente anche sul piano delle prestazioni, mostra solidità e rigore, forza e implacabilità. Sarebbe imbelle non ammetterne un dominio degno del massimo riconoscimento. Come sempre, lo ripeteremo all’infinito, di fronte a chi vince battendo gli avversari (non altrimenti e vantandosene pure), noi siamo disposti a toglierci il cappello e a battere le mani. Certo, lo scudetto dell’inter sarà ricordato sia per una serie di indubitabili primati, sia per un’incolmabile assenza, quella della Juve. Anche su questo, come a proposito della travolgente superiorità dei nerazzurri, non è consentito eccepire. E’ nei fatti, dato di fatto.
Del Piero 3-Ronaldo 2 significa non solo gol, ma che finalmente abbiamo visto un calcio da amare. Sappiamo da sempre che tanto l’uno quanto l’altro sono campioni. A volte, però, ci si dimentica perché lo siano diventati – la natura certo, ma anche la coscienza – così diversi, eppure così simili per il talento in loro possesso e le imboscate che il destino ha teso sul loro cammino. Ronaldo ha voluto il Milan per ricominciare. Sapeva e sa che non sarà facile, perché nella vita nessuno ti regala niente, meno che mai se sospetta, dietro il nome, l’ombra della fine. Due gol nell’elettrizzante 4-3 di Siena (tra l’altro con doppietta toscana di Maccarone, reduce dalla controversa esperienza inglese, complimenti anche a lui) non significano nulla. E’solo l’avvio dell’ennesima ripartenza. Da domani qualcuno ti chiederà invariabilmente di più, ovunque si giochi, contro qualsiasi antagonista.
Con tre gol (su cinque della Juve) al Crotone, Del Piero è capocannoniere in serie B. Non pensa, come ha riferito, che con le undici reti realizzate in questo torneo supererebbe Totti tra i cannonieri in attività. Perché dice «la mia realtà è la B e in questa realtà devo misurarmi». Solo con questa testa si resta campioni e si dura oltre le proprie riconosciute capacità. Solo così, al di là delle bandiere, si entra nel cuore di chi adora il calcio. E non se ne esce più.

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