Saturday, February 03, 2007

MI SCUSI, CARO CANNAVO', MA LIPPI E' COLPEVOLE O INNOCENTE?

LUCIANO MOGGI
Da Libero di venerdì 2 Febbraio 2007

Mi scusi, caro Cannavò, ma Lippi è colpevole o innocente?
Caro Luciano, ti sottopongo due "Fatemi Capire" scritti dal Candido e pubblicati a molti mesi di distanza l'uno dall'altro. Uno dice una cosa, l'altro il suo opposto. Il primo risale al 21 maggio 2006 (piena epoca giustizialista) e Cannavò spara a zero su Lippi. L'ex Ct viene definito esempio di «compartecipazione ad un prolungato misfatto» («Ignaro?» aggiunge poi furbescamente il Candido). Probabilmente l'intento era quello di estromettere il Marcello dalla nazionale, allo stesso modo di Buffon cui viene addebitato «lo squallore della vicenda» per qualche eventuale «scommessa proibita». Ce n'è anche per Cannavaro, che viene additato «per quel provocatorio e losco patteggiare tra lui e Moggi su come staccarsi dall'Inter». Cambia la scena, gli azzurri vincono i mondiali, e il Candido cambia tono. Nel "Fatemi Capire" del 24 gennaio scorso, Lippi si trasforma in «Marcello» e viene definito «nonno e filosofo». Siamo al Cannavò patetico, in cui il "nostro" si diverte a raccontare di Lippi e del suo nipotino di 5 anni: un quadretto alla De Amicis, dove il viareggino diventa il «padre del nostro mondiale» che «ha pilotato magistralmente in un mare di tempeste la spedizione degli azzurri». Dove sono finiti gli insulti e le cattiverie del maggio precedente? Tutto cancellato. E la coerenza? LINO R.
Caro Lino, conosco bene l'autore dei «Fatemi Capire». Ne conosco l'ira furiosa, l'umore volubile, la mancanza di coerenza. Per carità, tutti possiamo sbagliare, ma ci vuole anche il coraggio di ammetterlo. Tutto questo è mancato al Candido (ma non troppo...) nella vicenda. L'uomo di Catania ha stravolto il tono delle sue parole, ma non ha fatto nessuna ammenda, forse fidandosi (a torto) della memoria corta dei lettori. Chi si ricorderà - avrà pensato - quello che ho scritto tanti mesi fa? Grave errore che un "fustigatore di costumi" non dovrebbe mai commettere. Come la gran parte dei mortali il Candido è tanto rapido a salire sul carro dei vincitori quanto abile a scendere da quello dei perdenti, salvo poi tornare in sella se cambia lo scenario. Lippi è riconosciuto da tutti come uno dei migliori allenatori in circolazione e non solo per aver vinto il mondiale. Tutti sanno e conoscono la sua serietà professionale: non c'era bisogno di attaccarlo prima, nè di incensarlo ora. Niente di nuovo sotto il sole: in tanti ricordano le attenzioni riservate da Cannavò alla Juve quando i bianconeri erano i più forti. Ti ricordo un altro caso che forse già conosci. Il primo febbraio del 2001, a proposito della vicenda del passaporto di Recoba, il Cannavò scrisse che l'inter doveva essere punita severamente se fosse stata accertata la sua responsabilità: lui avrebbe vigilato sulla questione. Nel maggio 2006 i nerazzurri con il loro dirigente Oriali hanno patteggiato la pena, ovvero hanno riconosciuto la loro colpevolezza. E il Candido? Non ha scritto neanche un rigo sull'esito del processo. Una dimenticanza? No di certo, visto che solo io gliel'ho ricordato più volte su queste pagine. La scelta è semplice: meglio non disturbare il potente (l'inter e per essa Moratti). E sul caso plusvalenze? Silenzio totale. Per una settimana e più si è interessato di altri problemi, poi si è dedicato tre volte tre a Ronaldo. Ma mi faccia il piacere, avrebbe detto Totò! D'altra parte, cosa ci si può aspettare da chi per illustrare le capacità di Moratti parla di Lillo, il quattro zampe salvato dal patron dell'inter che può mettersi a cuccia sul letto di «Massimo»... Così vanno le cose nell'universo del "Fatemi Capire"...

Appello ai "censori": meno sarcasmo e più rispetto

Conosco il giornalista di "Rebubblica" Crosetti, e conosco la sua propensione all'ironia e al sarcasmo. Niente da dire se non fosse per l'eccesso d'utilizzo che ne fa il "censore" del noto quotidiano. Tali eccessi portano a sbagliare: così è successo nel pezzo uscito lunedì scorso a me dedicato. Gocce di veleno sparse (a piene mani) e il tentativo evidente di mettermi alla berlina. Si parlava delle mie dichiarazioni alla trasmissione Mediaset "Il Bivio" e Crosetti avrebbe dovuto essere più rispettoso.. quantomeno per il tema di cui si è discusso in trasmissione. Così, mentre tutti gli altri giornali hanno affrontato l'argomento senza scivolare su sarcasmi fuori posto, il "censore" di Repubblica ne ha approfittato per colpire a destra e a manca. Colpi (voglio rassicurare i molti che mi vogliono bene), che non lasciano il segno. Crosetti non avrebbe meritato risposta, ma non posso evitare di dire la mia davanti a certi eccessi. All'articolista infastidisce la voglia di manifestare liberamente il mio pensiero tutte le volte che mi è richiesto. Gli scoccia che io abbia trovato nella forza della fede (è vero, lo confermo!) la volontà di reagire ai noti fatti e la capacità di ritrovare me stesso. Nel suo volermi mettere la museruola mi dà persino del "tuttologo", quando in realtà parlo solo di calcio, una materia che penso di conoscere piuttosto bene. Crosetti dice che il problema non sono io che parlo, ma gli altri che mi chiamano e mi stanno a sentire (probabilmente gli rode un po' il fegato) e poi se la prende con il parroco di Agropoli, che a suo dire ha perso un'ottima occasione per stare zitto su una vicenda ampiamente chiusa (e in questo caso ha ragione). Del resto, tutti inseguono il loro quarto d'ora di celebrità. Crosetti, però, non ne ha bisogno. E' già famoso, con un piccolo neo. Deve fustigare, deve censurare, deve arrivare quasi al punto limite di "distruggere" gli altri. Come la vedo io, è questo il suo hobby preferito. PS. Un appunto anche a Piero Valesio, che su "Tuttosport" del 30 gennaio non è ironico, ma pone una domanda davvero inutile («se era difficile credere al Moggi regnante perché si dovrebbe credere al Moggi decaduto?»). Caro Valesio, evidentemente il messaggio che "Il Bivio" voleva diffondere (mi dispiace per il carissimo Enrico Ruggeri) non ha trovato campo fertile presso di lei. Chissà se le è mai capitato di mettersi nei panni degli altri, se ha mai provato a capire cosa succede nella mente di un uomo colto quando la vita di mette di fronte a un momento terribile. Se avesse speso cinque minuti per pensarci non avrebbe posto la sua sciocca domanda. Poco ma sicuro. L.M

Grande Madre Telecom: arriva anche l'ex 007 D'Andrea
Caro signor Moggi, in questa Italia dove tutti parlano (ma lei non può... chissà perché), ci tocca ascoltare anche il colonnello Federico D'Andrea, ex investigatore di punta all'epoca di "Mani pulite", chiamato la scorsa estate a far parte dell'Ufficio Indagini Figc. D'Andrea, parlando a "Repubblica" parla di irriformabilità del calcio, dell'impossibilità di condurre indagini, e offre cioccolatini (avvelenati) a Matarrese e Carraro. Con quest'ultimo, definito «soggetto su cui era pesata l'attenzione investigativa», se la prende per la sua presenza alla premiazione degli azzurri al Quirinale, mentre non è stato invitato il capo dell'ufficio indagini Borrelli. Le dirò, Carraro non è simpatico neanche a me (forse a nessuno), ma D'Andrea in quanto 007 avrebbe dovuto sapere che l'Antonio era presente in quanto membro in carica del Cio. Che poi la sua presenza fosse poco opportuna, è un altro discorso. Caro Moggi, in realtà non voglio soffermarmi sulle parole di D'Andrea, ma sul suo nuovo impiego alla Telecom di Rossi: il colonnello ci è arrivato dopo essersi congedato dalla GdF. Sarà anche un talento investigativo, ma possibile che tutti finiscano alla Telecom? CORRADO S.
Caro Corrado, la risposta è complicata. La Telecom di oggi (come quella di ieri) assomiglia sempre di più a una "Grande Madre". Guido Rossi è partito da lì, ha fatto una rapida incursione in Figc, ha sistemato un paio di questioni (quali, l'hanno capito tutti i tifosi) e poi è tornato alla casa madre. Ha provato a mantenere entrambi i ruoli, ma non gliel'hanno consentito: alla fine anche i suoi più grandi estimatori hanno capito di che pasta è fatto (non a caso il ministro Melandri l'ha definito "ingeneroso"). D'Andrea, dopo aver fatto lo 007 all'ufficio indagini finisce anche lui in Telecom, nell'azienda al centro del noto caso intercettazioni. Non si può non avvertire un sentore di inopportunità. A lei, il dubbio, è venuto...
Gli scudetti vinti con la Juve sono legittimi: lo dimostrerò
Caro Moggi, nei 10 anni della sua dirigenza ho potuto gioire spesso, oggi mi trovo a tifare una squadra che prima di 4-5 anni non tornerà competitiva ai massimi livelli. Non mi spavento: quello che mi preoccupa è non aver ancora capito se le vittorie ottenute con lei e Giraudo sono state legittime. Quando parlo con i tifosi di altre squadre sono in difficoltà: non ho ancora capito se sono colpevole o innocente. Ma come poteva la Juve "rubare" da sola? Sono convinto che al giorno d'oggi, per vincere, occorre sottostare a compromessi. Sono altresì sicuro che la competenza con la quale lei sapeva costruire le squadre sia inarrivabile. Le consiglio di continuare a far sentire la sua voce: la gente deve sapere se altri hanno sbagliato. Ultime domande: la mia più grande soddisfazione sarebbe vedere l'inter in serie B, succederà mai? Entro quanti anni la Juve vincerà lo scudetto? FABIO
Per quanto riguarda il far luce sulle verità di Calciopoli puoi stare tranquillo: ci proverò sempre e in tutte le sedi. Credimi: i campionati vinti dalla Juve sono più che legittimi. Per quanto riguarda il futuro, non so quando i bianconeri torneranno competitivi: spero al più pesto. Nè so se l'inter potrà mai andare in B... mi sembra impossibile. Grazie per la stima.
Bilanci (in rosso) simili, destini differenti...
Che differenza c'è tra il Torino e inter? Il Toro si è guadagnato sul campo la promozione in A ma è fallito perché aveva circa 40 milioni di euro di debiti, mentre l'inter si è fatta assegnare uno scudetto a tavolino ma non avrebbe dovuto essere ammessa al torneo perché aveva 180 milioni di debiti. Che differenza c'è tra la Fiorentina e la Roma? I viola sono falliti, mentre i giallorossi si sono iscritti al torneo 2003 con una fideiussione fatta da mia nonna. Che differenza c'è tra il Napoli e la Lazio? I partenopei sono falliti e i laziali hanno dilazionato oltre 100 milioni di debiti col fisco in 23 anni. Che differenza c'è tra la Juve e il Genoa? Una valigetta... PAOLA
Cara Paola, ti sei data le risposte da sola e mi trovi pienamente d'accordo. Ti saluto caramente.
Juventus spinta a tradimento nella "tela del ragno"...
Caro Luciano, quante anomalie in questo Paese. Sui canali Rai e Mediaset si intervistano senza problemi terroristi e assassini, ma la tua presenza turba i sonni dei potenti. La mia impressione è che si voglia accantonare al più presto la pratica Moggi-Juve perché in troppi si sono resi conto delle sciocchezze fatte dal signor Rossi. In quest'ottica i tentativi (legittimi) di difesa di Moggi si trasformano in deliri da manicomio, le richieste di verità promosse da milioni di tifosi e dell'avvocato Di Monda appaiono come urla di fanatici, le dichiarazioni avverse alla sentenza vengono insabbiate o ridicolizzate. Atteggiamenti gravissimi, indegni di un paese civile, e motivo in più per batterci con tutte le nostre forze contro questa incredibile congiura mediatica. Forza Luciano, siamo con te. PAOLO CAPRI, PISA
Tranquillo, caro Paolo, continuerò a battermi per far trionfare la verità e per non darla vinta a chi ha costruito questa incredibile macchinazione. In tantissimi hanno già capito la situazione: prima avevo l'impressione di essere il solo (con me solo gli amici più intimi) che riusciva a vedere la tela del ragno in cui è stata fatta cadere la Juve. Il tempo, per fortuna, lavora in favore della verità.
Lettera aperta al designatore Gussoni
In sede di designazione arbitrale dev'esserci più di qualche nervo scoperto. E' bastato un giochino (lo definisce così la stessa "Gazzetta") a una trasmissione di "Radio Kiss Kiss" per far inalberare il presidente Aia e il designatore Cesare Gussoni. Quest'ultimo ha addirittura diffuso un comunicato perché teme influenze (non si capisce bene di che tipo) dall'esterno. Mi sembra che Gussoni vada a caccia di amici inesistenti: "indico" come probabile la designazione di Paparesta per inter-Roma e lui comenta dicendo che la designazione «rasenta l'ovvio». Cari signori, voglio dimostrare proprio questo: facendo semplici ragionamenti ci si può tranquillamente avvicinare alle designazioni effettive. Una volta c'era il sorteggio, ora solo la designazione. Dov'è il problema? Gussoni ha poi svelato i criteri da seguire per le designazioni, banalità che qualunque esperto di calcio conosce e che possono consentire a tutti di completare il giochino degli accoppiamenti. In tal modo, dico ai miei lettori, potete anche divertirvi a vedere se indovinate o no. Ultima considerazione: la "Gazzetta" con l' "eleganza" che (non) la contraddistingue suggerisce la battuta che avrebbe dovuto dedicarmi Gussoni («lui di arbitri se ne intende»). E' vero, di arbitri me ne intendo, ma non nel senso velenoso che la "rosea" vuole sottintendere. A Gussoni dico: più apertura verso l'esterno e soprattutto qualche sorriso in più. L.M

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