Wednesday, December 20, 2006

IL PALLONE DI LUCIANO

LUCIANO MOGGI
Da Libero di martedì 19 Dicembre 2006

Non si può parlare di campionato e di qualunque altra cosa senza prima rivolgere un rispettoso pensiero alle due giovanissime vittime di Vinovo. In questo momento di grande dolore mi sento particolarmente vicino alle famiglie dei due ragazzi e alla società. Ci vuole coraggio per superare questi momenti e di coraggio, sono certo, la Juve ne ha ancora. C'è voluto del tempo, ma alla fine anche il ministro Melandri ha scoperto il vero Guido Rossi. L'ex commissario della Figc ha dichiarato a "Dribbling" di non essersi dimesso dall'incarico in Federazione, ma di essere stato dimesso, aggiungendo che nel calcio le cose non cambieranno mai «perché i conflitti di interesse sono istituzionali». Piccata - e debbo dire molto pertinente - la reazione della Melandri nell'intervista rilasciata a "La Stampa", dove definisce Rossi «molto ingeneroso (...) è stato lui a fare una precisa scelta». Poi l'affondo: «Non si può dire che lo sport vive di conflitti di interesse e poi pretendere di diventarne uno. Se sei il presidente di Telecom non può essere il commissario della Federcalcio». Senza dimenticare l'aggiunta dell'editorialista de "La Stampa": «I rapporti di Telecom con l'inter erano, e sono, troppo istituzionali». Alla buonora, vedo finalmente chiarezza e determinazione, anche se in troppi continuano a dimenticarsi della vicenda relativa all'assegnazione dello scudetto all'inter, fermamente voluta proprio da Rossi. Aggiungo un mio codicillo: al Materazzi stra-celebrato per il gol in rovesciata al Messina un'intervistatrice ha chiesto: «Quante reti reti pensi di realizzare quest'anno?». Risposta del difensore: «Non penso ai gol, adesso voglio solo vincere uno scudetto. Sono tanti anni che gioco e voglio vincerlo». Come dire che neanche i calciatori nerazzurri ritengono giusta l'assegnazione a tavolino del tricolore, e non sono ancora riusciti a metabolizzare quello strano triangolino sulla maglia.

Ahi Gianluigi, perché quel messaggio commosso?
Di recente ho avuto modo di ascoltare un'intervista rilasciata da Guido Rossi a "Dribbling", dove il nostro afferma: «Con Buffon ho avuto un rapporto particolare, tanto che lui dopo aver vinto la Coppa del Mondo mi ha mandato un messaggio che mi ha commosso profondamente». Sono rimasto molto sorpreso e perplesso: quella di Buffon non è stata un'uscita felice. Ma come: un messaggio commosso all'ex componente del cda dell'inter, al portatore del conflitto di interessi Telecom-inter-Telecom, a colui che in tale veste ha mandato in B la Juventus, le ha scippato uno scudetto, e l'ha assegnato alla sua cara inter? Quella dei tifosi bianconeri è una ferita ancora aperta che non può essere dimenticata, nè tantomeno la possono dimenticare i calciatori della Vecchia Signora. Attendo spiegazioni da Buffon, ma dubito che vorrà darne. Quell'uscita come minimo equivale a un autogol. Mi è piaciuta, invece, l'ironia di Matarrese contro l'ex commissario Figc a proposito delle famose "nuove regole del calcio" di cui parla sempre Rossi. «Non so - ha detto - a cosa si riferisca Rossi, quando dice che le regole andavano riscritte entro novembre perché le sue regole non le conosco. Se avesse lasciato un testamento, magari... Un peccato sia andato via, anche perché ha vinto i mondiali in Germania, lui...». Già, la vittoria ai mondiali. Ve lo ricordate Rossi che appariva dappertutto con tanto di sciarpa azzurra? Ma il vincitore era lui? L'uomo Telecom festeggiava alla grande, ma la forza di protestare per la colpevole assenza di Blatter alla cerimonia di premiazione non l'ha avuta.

Grazie a Emerson e Nedved, giocatori riconoscenti
Due grandi giocatori dell'ultima Juve, Emerson e Nedved, hanno avuto apprezzamenti e parole gentili nei miei riguardi (interviste a "La Stampa" e "Tuttosport") e di questo voglio ringraziarli. Si tratta di due tra i più grandi giocatori dei nostri tempi. Il riferimento a Emerson mi porta a parlare degli ex juventini che stanno facendo grandi i cub di tutta Europa: Zambrotta e Thuram al Barcellona, Mutu alla Fiorentina (è diventato più goleador di Toni), Ibrahimovic e Vieira, veri artefici della trasformazione in casa-inter. Tutto questo non tanto per celebrare chi aveva portato questi grandi campioni in bianconero, quanto per dimostrare che quella Juve è servita a far grande più di una squadra, tra cui anche la sua grande rivale. Molti mi chiedono se la prossima Juve saprà diventare grande quanto quella passata: si tratta di un tasto delicato. Gli attuali reggenti dicono che non ci sono soldi, quindi dovranno essere capaci di rafforzare la squadra scandagliando bene il mercato, e senza pesare sulle risorse della società. Una missione impossibile? Sicuramente non facile. Per molti anni noi ex dirigenti ci siamo riusciti; per il bene del popolo bianconero mi auguro che i nostri successori sappiano fare altrettanto. Veniamo al campionato. Oltre al solito successo dell'inter e alla più significativa vittoria della Roma, mi tocca nuovamente evidenziare la mediocrità della stagione arbitrale: comincio a pensare che Gussoni (presidente Aia) e Tedeschi (designatore) stiano sottovalutando la gravità della situazione. E' vero, bisogna essere pazienti con i nuovi fischietti, ma a tutto c'è un limite. Gli errori perdurano (non è possibile designare per una partita delicata come Livorno-Lazio l'imberbe - detto senza offesa - Pantana) e anche gli "anziani" faticano assai (Rosetti su tutti). A proposito di Pantana: aveva visto o no il fallo di Lucarelli su Pandev? Se sì, il rosso era inevitabile, viceversa perché assegnare un'ammonizione? E quell'espulsione di Rocchi era proprio inevitabile? Ha detto bene Lotito: «Qualcuno mi dice con chi devo lamentarmi per quello che succede alla Lazio? Abbiamo subito una doppia penalizzazione: Rocchi salterà anche il match contro l'inter». E Mutarelli (squalificato per somma d'ammonizioni) pure. Capita sempre così quando le squadre devono affrontare i nerazzurri...

Zamparini e Pozzo patron rabbiosi
Ancora su Materazzi: al di là del gol ci si ricorderà dello scontro con mister Giordano. I tentativi del dopo partita di arrivare a una rappacificazione non hanno avuto esito: forse tra i due protagonisti della baruffa il giocatore è il meno colpevole, ma un po' di rispetto in più per il tecnico non avrebbe guastato. Due parole sul Palermo: i quattro schiaffi ricevuti dalla Roma ridimensionano fortemente le ambizioni dei siciliani, ma il terzo posto in classifica potrà essere difeso con successo. Per questo trovo assolutamente eccessive le critiche rivolte da Zamparini al suo tecnico: probabilmente è stato tradito dalla troppa passione sportiva. Anche il patron dell'Udinese Pozzo se l'è presa col suo tecnico mister Galeone - e per giunta dopo una vittoria; da come reagisce e dal tono dimesso con cui parla, il tecnico dei bianconeri dà l'impressione di non stare affatto bene. Forza Galeone, in alto i cuori. E in alto anche per Pozzo: il campionato dell'Udinese resta molto dignitoso. E non è il caso di mettere troppi panni sporchi in piazza alla vigilia di una difficile trasferta contro l'Atalanta. Domani sera - appunto - si torna in campo. L'inter potrebbe trovare qualche ostacolo sul campo della Lazio, ma probabilmente non ci crede più nessuno. La Roma farà visita a un Torino in gran forma, guidato da un ottimo Rosina e da Abbiati, sempre più brillante. Il Milan, la cui marcia è ancora molto rallentata, riceverà il Catania. Partita complicata: i siciliani sanno far male. La Fiorentina sarà in trasferta a Cagliari: un match a dir poco spigoloso, il primo senza l'esonerato Giampaolo tra i rossoblu. Gli isolani proveranno a fare lo sgambetto a Prandelli, mister che riceve molti complimenti, ma ottiene meno punti di quanti ne meriterebbe. Tra le altre, vedo molto aperti i confronti Empoli-Siena e Sampdoria-Livorno. E a proposito di Samp., voglio fare un applauso a Novellino, che con il successo sulla Reggina ha definitivamente allontanato l'incubo dell'esonero. Alla prossima.

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