Wednesday, December 27, 2006

CON ME LA JUVE ERA PENALIZZATA

L'INTERVENTO
LUCIANO MOGGI
Da Libero di mercoledì 27 Dicembre 2006

Col campionato fermo per le festività, permettetemi di trattare un argomento diverso, che riguarda l'università Bocconi di Milano e trattato nei giorni scorsi dalla giornalista Emanuela Audisio di "Repubblica". La suddetta è davvero molto "professionale" nel raccontare avvenimenti sportivi e non. In quest'articolo avvalora una tesi definita: «Il metodo Moggi, concentrazione e corruzione nel calcio italiano», elaborata da due personaggi (prof. Boeri e Severgnini) che lei indica come «persone abituate ad occuparsi di temi seri». Per dare maggiore enfasi, precisa che il tutto è stato presentato all'università Bocconi di Milano durante un seminario a porte chiuse. Per completezza di informazione, preciso che uno dei due studiosi (Boeri), è impiegato proprio presso il noto ateneo, dove insegna "Economia del Lavoro". Prima precisazione: non mi sembra che la "penna" di "Repubblica" si sia mai interessata a qualcun altro tra i novantasette articoli scritti da Boeri. Di questo, invece, accetta di riportare una sconclusionata serie di considerazioni per giustificarne il risultato; elucubrazioni che vengono fornite con dovizia di particolari (solamente dedotti), e conclusioni personali frutto di assurdi arzigogoli mentali e lessicali. A tal proposito voglio ricordare che in nessuna delle tesi enunciate dai giudici del processo sportivo si ravvisa un illecito. Seconda considerazione: invece di dar credito allo studio dei due, la Audisio farebbe bene a ricordare un precedente attribuibile alla coppia di "ricercatori". In data 18 maggio 2006, infatti, fecero il loro primo tentativo sull'argomento: «Quando l'Europa può darci un fischietto», ma vennero sommersi da un mare di critiche e pensarono bene di prendersi una pausa di riflessione. Terza considerazione: non deve aver fatto piacere alla coppia di studiosi leggere l'articolo apparso su "La Stampa" (giornale per cui collabora Boeri), dove il professor Navarra sbugiarda (con dati statistici assai precisi) le loro tesi relative ai presunti favori arbitrali alla Juventus. Gli "interessi universitari" di Rossi e Tronchetti
Fatte queste premesse mi viene un sospetto: perché tutto ciò è stato organizzato proprio alla Bocconi, dove docente è nientemeno che Guido Rossi? La curiosità mi ha spinto ad andare sul sito dell'Università: chi ti trovo nel consiglio di amministrazione? Nientemeno che Marco Tronchetti Provera. Ogni deduzione la lascio a chi mi legge. Sempre la Audisio, in un articolo del 29 aprile dal titolo: «Il sangue sospetto e lo sport malato», pubblicizza un libro del perito ematologo Giuseppe d'Onofrio, protagonista del processo doping a carico della Juventus: la suddetta lo descrive alla stregua di un eroe perché "lottava" contro i bianconeri, ma si dimentica di scrivere che la sentenza del processo ha scagionato la società. La stima che ho per l'articolista di "Repubblica" mi lascia pensare che probabilmente la stessa non si è informata a dovere, prima di scrivere quello che ha scritto: può capitare a chiunque, pur bravo che sia. Considerando quanto scritto da Boeri e Severgnini, vorrei portare a conoscenza dei medesimi i risultati relativi a uno studio, che quantifica i rigori assegnati alle cinque squadre principali di serie A (inter, Juve, Milan, Lazio e Roma) dalla stagione 1994-95 alla 2005-06. Il risultato è il seguente: Milan, 93 rigori a favore (media per campionato 7.750); Lazio 88 (7.333); Roma 86 (7.167); Juve 82 (6.833); inter 80 (6.667). Sorprendentemente, la speciale classifica è guidata dal Milan; Juve e inter seguono (quasi appaiate) a notevole distanza. Di più: solo il Milan supera la media generale di rigori assegnati per partita (0.17): le altre, invece, hanno una media inferiore a quella generale. Da questi dati emerge una considerazione generale: il numero di concessioni di calci di rigore a favore o contro ognuna delle squadre, è talmente ridotto (differenze inferiori a un rigore per campionato) che esclude qualsiasi tipo di condizionamento arbitrale verso una società in particolare. Giraudo e il sottoscritto capri espiatori di Calciopoli

Fatta chiarezza su questi particolari importanti, mi tocca constatare (dopo sei mesi di chiacchiere e polemiche spesso gratuite) un fatto evidente; siamo circondati da soggetti che questa società sforna in quantità industriale: i vigliacchi. Sarebbe interessante che Severgnini e Boeri promuovessero studi diversi relativi ad altri argomenti. Per comodità ne elenco alcuni: Telecom, inter, intercettazioni, conflitti di interesse, interessi composti, Figc, Rcs. Si guarderanno bene dal farlo per ovvie... ragioni. Sia io che il dottor Giraudo siamo stati i capri espiatori di una situazione allucinante: addosso a noi si è riversata tutta la ferocia possibile, e in questo modo altri hanno avuto modo di controllare personalissimi interessi. Gli attacchi generici di cui sono stato vittima hanno dato validità alle mie reazioni: i miei interventi sono stati e saranno sempre concreti nel merito, mentre gli attacchi ricevuti sono sempre stati e continueranno a essere generici. Come ho più volte sottolineato, la voce dei "burattinai" ha fin dall'inizio (ma adesso non più) influenzato direttamente l'opinione pubblica: i processi non hanno fatto eccezione (così disse il giudice della Corte Federale, Mario Serio: «Abbiamo cercato di interpretare un sentimento collettivo. Abbiamo ascoltato la gente comune e provato a metterci sulla medesima lunghezza d'onda»). Un piccolo esempio in tale direzione si ritrova nei "saggi" scritti da tal Guido Rossi; ogni comportamento riscontrato nei suoi libri e confrontato con quelli avvenuti nel reale, individua con esattezza i soggetti da perseguire. Tratto da "Il ratto delle Sabine", scritto proprio da Rossi: «L'inganno sarebbe poi stato sicuramente coperto (...) soprattutto dall'esercizio continuato e martellante del potere raggiunto, grazie al quale (Romolo, ndr) avrebbe imposto la sua versione dei fatti, l'unica che sarebbe stata poi ritenuta autentica. Il potere, a posteriori, è capace di nobilitare gli atti più abominevoli, vigliacchi e selvaggi. Esso si basa sulla menzogna e sulla simulazione, per le false verità che impone e cui finge di credere». Che errore il silenzio dell'Aia

Apprendo delle dimissioni del designatore arbitrale, Stefano Tedeschi. Non sono sorpreso: in un recente articolo scrissi della mancanza di potere all'interno dell'Aia. Dall'inizio del campionato (e quando gli sbagli degli arbitri hanno cominciato a farsi sentire), tutti si sono sforzati di dare questa banale spiegazione: «Gli arbitri sono scarsi, ma almeno adesso sono in buona fede». E ancora: «Sono giovani e i giovani possono anche sbagliare». Tesi che non hanno avuto molto seguito: si è cominciato a parlare (prima ancora degli anni passati) di complotti (vedi Zamparini, che ha pagato un'esternazione infelice con ben... quindici giorni di sospensione e una multa). Altro particolare: se si parla di "buonafede" degli arbitri, significa che negli anni scorsi i fischietti erano in "malafede". Se le cose stanno così (l'ho già scritto), non capisco perché il numero uno dell'Aia, Cesare Gussoni, non abbia sporto querela verso chi - persona o giornale - abbia avanzato tale ipotesi. Queste mancanze non hanno fatto altro che ingarbugliare sempre di più la situazione, ma a dispetto delle chiacchiere hanno sbagliato molto di più gli arbitri "anziani" (Farina, Messina, Morganti, Rosetti) dei giovani, e il castello è crollato. Tedeschi, tenendo conto dell'impossibilità di portare avanti una politica seria in questo calcio impossibile da gestire, ha gettato la spugna. Non si è sentito tutelato da niente e da nessuno, ed essendo già stato accusato di precedenti "conflitti di interesse", ha deciso di mettere la parola fine. A mio parere ha fatto bene: è stata una decisione dettata dal buon senso, che dimostra una volta di più (purtroppo per gli accusatori) che gli errori nel calcio ci sono sempre stati e ci saranno sempre. Nessuno potrà evitare agli arbitri di sbagliare, così come sbagliano i giocatori. Al limite potranno essere evitati i "gol fantasma", niente di più. D'altra parte in mancanza di tali errori, i conduttori di moviole e i commentatori perderebbero importanza e spettatori, e crollerebbero i fondamentali "indici di ascolto".

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