Saturday, October 28, 2006

QUANTA SUPERFICIALITA' NELLA SENTENZA SANDULLI

L'ARTICOLO
LUCIANO MOGGI
Stralcio da Libero di venerdì 27 Ottobre 2006

Una divagazione - dovuta - in merito a quanto detto dal prof. Sandulli lunedì, in un'intervista rilasciata a Telelombardia. Il professore è tornato a discutere della sentenza emessa dalla Corte Ferderale. Dice, a proposito della vicenda Calciopoli: «Pur non essendoci le prove di vicende che comportavano la sussistenza di un Articolo 6, abbiamo una serie di avvenimenti che non ci lasciano tranquilli...». Non me ne vorranno i lettori, ma non posso far finta di niente: ognuno poi si farà la sua opinione. Ecco uno stralcio della sentenza emessa il 25 luglio 2006 dalla Corte Federale (secondo grado di giustizia sportiva), presieduta proprio da Piero Sandulli: «Va confermata la pena di cinque anni di inibizione e di preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc e all'ammenda di 50.000 euro motivatamente inflitta a Moggi, alla luce sia dell'affermata responsabilità per gravi episodi di illecito sportivo, sia dalla protrazione nel tempo, sostanzialmente corrispondente allo svolgimento del campionato 2004-05, della sua condotta strutturalmente rivolta al conseguimento dello scopo di alterazione della competizione per effetto del condizionamento della classe arbitrale». E poi, titolo del "Corriere della Sera" del 28 luglio 2006: «Intervista del presidente della Corte Federale al "Romanista" Sandulli: "Il campionato era regolare, non ci sono illeciti, il torneo 2004-05 non è stato falsato. L'unico dubbio riguarda Lecce-Parma. Carraro? Non ha alterato i risultati». E infine, titolo della "Gazzetta dello Sport" del 18 ottobre 2006: «Sandulli: "Moggi dice il falso. Non ho mai definito regolare il campionato 200405"». Ora, anche un bambino può verificare che le dichiarazioni del Sandulli sono totalmente in contrasto, quindi è importante capire chi ha creato questo "equivoco" e perché l'ha fatto. Che sia stata la famosa cupola? Se Sandulli dichiara falso quello che io ho ripreso testualmente dal Corriere, perché il suddetto non si è sentito in dovere di chiedere una correzione al quotidiano milanese? E' possibile che il Sandulli, in tutto questo tempo non sia stato al corrente dell'articolo, ripreso da tutta la stampa nazionale e internazionale? Si respira lo stesso clima di confusione che ha offuscato il processo sportivo, e vien da sorridere a sentire la dichiarazione del Sandulli quando dice «La sentenza è chiarissima. Noi abbiamo solo preso atto di tutti i precedenti e abbiamo dovuto ammettere che non era possibile parlare di "illecito conclamato", ma si trattava di una serie di violazioni, di condizionamenti, che hanno portato a quelle decisioni. Non c'era la prova provata dell'illecito come viene inteso nella scrittura del codice di giustizia sportiva dell'ormai lontano 1988, ma da questo parlare di campionato regolare ne passa. Come avremmo potuto stabilire le penalizzazioni e la serie B della Juventus se non ci fossero state violazioni?». Frasi senza senso che mi scagionano

A mio parere la composizione delle frasi (della sentenza) e il relativo tentativo di correlazione e giustificazione tra esse è quanto di più ardito e confuso si possa immaginare. Chi ha bisogno di tante parole per spiegare qualcosa, probabilmente non ha niente da spiegare. Bisogna però rilevare una certa "coerenza nella confusione" in quello che con molta fantasia è stato definito "Processo Sportivo". Quando Sandulli dice «abbiamo dovuto ammettere...» fa capire chiaramente di essere dispiaciuto per non aver trovato colpe e colpevoli, come se fosse indispensabile in un processo trovare un capro espiatorio. Pazzesco. E poi, quando dice: «Si trattava di una serie di violazioni, di condizionamenti che hanno portato a quelle sentenze» mi vien da rispondere: violazioni di cosa? Condizionamenti di che tipo? Pur senza dare alcuna spiegazione in merito, queste "colpe astratte" servono a dare giustificazione giuridica a "sentenze reali". E ancora: «Non c'era la prova provata dell'illecito...». Mi sembra superfluo specificare che non esiste una "prova provata", si tratta di una ridondanza letterale, come dire "una vita viva", "una morte morta", un "amore amato": non essendoci un "illecito conclamato", si vuole provare a tutti i costi che ci sia un illecito semplice! Per non parlare del capolavoro: «...ma da questo a parlare di campionato regolare ne passa». Quest'ultima frase mi scagiona completamente. Se a mio carico non c'era alcuna "prova provata", ma il campionato "non è stato regolare", allora significa che forse era il caso di indagare altri soggetti; ricordo che la Juve è stata condannata secondo l'Articolo 6, ma gli sono stati imputati solo Articoli 1, mentre gli altri club interessati sono stati condannati per l'Articolo 1 invece che per l'apposito Articolo 6. Fate voi. E sul presunto «condizionamento della classe arbitrale» mi viene in mente il famoso "sequestro Paparesta", episodio smentito dagli stessi dirigenti della Reggina e dal fischietto interessato, che si è accorto di essere stato "sequestrato" soltanto dopo aver letto i giornali. Diciamolo ad alta voce: gli arbitri sbagliano da soli, quest'anno più che mai anche senza Moggi (vedi gol "regalato" a Mexes in Roma-Ascoli 2-2). Chiusura col botto. Sandulli dice: «Come avremmo potuto stabilire le penalizzazioni e la serie B della Juventus se non ci fossero state violazioni?». Questo è il paradosso totale! Una affermazione che dimostra chiaramente tutta la tragicità di quello che è stato definito "processo sportivo". In una continua confusione lessicale, satura di contrasti concettuali, di metodo, regole e quant'altro, continua ad esistere una sola linea comune tra coloro che giudicano la Juventus: bisogna condannarla! Abbiamo inflitto una pena, quindi sono colpevoli! La prova della colpevolezza della Juventus è tutta nella pena che è stata inflitta. Fatta la pena, trovata la colpa. Sandulli fa molto bene a concludere il capitolo con questa domanda, perché è una delle tante alle quali nessuno ha dato risposta. Certo, se voleva essere chiaro poteva rispondere, ma essendo questa una dichiarazione spontanea, chiarificatrice, è evidente che la risposta a questa domanda non la conosce nemmeno lui.

luciano.moggi@libero-news.it

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