Saturday, October 21, 2006

AVREI DELLE DOMANDE DA FARE A MORATTI

EDITORIALE
GIANCARLO PADOVAN
da Tuttosport di sabato 21 Ottobre


Nelle mie letture quotidiane devo essere proprio sfortunato. Non ho ancora trovato un collega che faccia qualche domanda originale al futuro presidente dell’inter, Massimo Moratti. Le farei io stesso se il patron-presidente me lo permettesse, ma nonostante la cura e l’attenzione che da giorni gli riservo, non mi riesce di ottenere un confronto diretto, anche telefonico naturalmente, data la distanza e le peripezie autostradali che separano Torino da Milano. Certo, non sono così presuntuoso da pretendere che un patron si scomodi per un modesto direttore di giornale, ma per il giornale che quel direttore rappresenta si, almeno una telefonata, al posto di Moratti io l’avrei fatta. Alla mia maniera che – lo si sa – non è la maniera, assai misurata, di Moratti. Tuttavia se io fossi lui non gradirei che quasi tutti i giorni un quotidiano sportivo mi ricordasse il fastidioso epilogo della sentenza-Recoba (parlo del penale, non della cosiddetta giustizia sportiva che già allora fu scandalosa), facendomi notare che lo scudetto che mi sono appiccicato sulla maglia tutto è fuorchè quello degli onesti. Magari proverei a spiegare e a giustificarmi, al limite scaricherei la colpa su qualcuno se davvero non c’entrassi o, al culmine di un supremo atto di probità, ammetterei: si, è vero, anche l’inter ha sbagliato, non per questo meritiamo la serie B o la lapidazione pubblica.
Purtroppo nessuno pone a Moratti domande sul passaporto comunitario di Recoba (pena patteggiata dal giocatore e dal collaboratore e tesserato Gabriele Oriali), nessuno gli chiede se con quello sia stato varcato o meno il confine dell’illecito e perchè una posizione così pesantemente irregolare sia stata sbrigativamente sanata dalla giustizia sportiva di allora (la stessa di adesso). Tutti tacciono e Moratti parla. Addirittura ieri, nella sua immancabile intervista alla Gazzetta dello Sport, a proposito delle sentenze dell’arbitrato, si è permesso di dolersi del “voltafaccia mediatico e non”. Voltafaccia mediatico? Ce l’ha con Tuttosport? Perché, ove mai ce l’avesse, mi piacerebbe spiegare al patron che raccontare di uomini, fatti, relazioni tra Telecom e inter è compito del giudice (sportivo e non), oltre che del giornalista. E poi queste frasi inutilmente allusive: “ho la sensazione che certe persone coinvolte abbiano interesse ad utilizzare l’inter di sponda per vedersi ridurre le penalizzazioni”. Chi sono queste persone? Forse Moggi? Moggi non è stato penalizzato, ma squalificato e poi cosa c’entra con la Juve attuale? Pensa a Cobolli Gigli? Strano, se poco più avanti nell’intervista definisce “ottimi” i rapporti con la nuova dirigenza bianconera.
Davvero mi piacerebbe parlare con Massimo Moratti perché avrei tanto da chiedergli. Non solo sui pedinamenti e le spiate a De Santis e a Vieri. Ma sul concetto del diritto individuale, sul rispetto della persona, sul ruolo dei controllori, sul valore delle istituzioni. Certo avrei da chiedergli più di quanto mi potrebbe raccontare. E allora capisco perché non chiami e non voglia essere chiamato.


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