Tuesday, December 15, 2009

BALOTINHO

da "Lastampa.it" del 15 Dicembre
Un anno fa Josè Mourinho catturava l’attenzione delle donne e del mondo dei media per il suo sguardo da bel tenebroso e per le sue smorfie da attore hollywoodiano. Adesso, invece, è addirittura furibondo ma non recita più nessuna parte: ce l’ha con il mondo e non riesce a controllarsi. Dov’è finito il tecnico dalla parlantina ricercata e brillante che regalava formazioni ai giornalisti? Se lo chiedono gli appassionati di calcio e se lo domanda soprattutto Massimo Moratti.

Mourinho non è in pace con se stesso, ha perso serenità e pure sicurezza. Litiga con gli arbitri, ma questa non è mai stata una novità. Negli ultimi tempi non riesce a sopportare soprattutto le critiche. Si sente in discussione e non capisce da dove provengano certe indiscrezioni. «Se mi cacciano dall’inter trovo una squadra quando voglio», ha tuonato prima di chiudersi la bocca. La frase è suonata indigesta alla società che gli versa regolarmente uno stipendio da dieci milioni di euro all’anno e non ha riscosso interesse presso i presidenti dei club europei.

Perez, ad esempio, non trova simpatiche le uscite dello Special One, a Barcellona si tengono stretto Guardiola: resta allora l’amata Inghilterra, ma anche lì le panchine eccellenti sono tutte occupate. Il Manchester United non ha nessuna intenzione di mettere alla porta Ferguson, il Chelsea non rinnega la scelta Ancelotti e ciò che resta viene considerato dal portoghese di secondo livello.

Mourinho si considera un fenomeno e non capisce perché l’Italia non abbia glorificato a dovere il suo talento. È convinto anche che dietro a certi commenti si nasconda una sorta di razzismo perché non è un allenatore italiano. Negli ultimi tempi, poi, ha iniziato a perdere consensi all’interno della struttura dove lavora. Un gruppetto di giocatori gli ha voltato le spalle raccontando a Moratti cose che dovrebbero restare nello spogliatoio. Mourinho ha iniziato ad avere l’ossessione delle spie e per combatterle ha provato a trasformare la Pinetina in un bunker.
Moratti è riuscito a farsi rispettare ma non a imporgli una linea politica-societaria. Lo Special One sul piano dialettico è sempre stato fin troppo autonomo: ha bocciato l’idea del patron di ritirare la squadra a Torino in caso di cori a Balotelli e si è messo in silenzio stampa a piacimento. Il presidente nerazzurro, quindi, è dovuto intervenire personalmente per risolvere situazioni imbarazzanti. Ha dovuto dovuto chiedere scusa a nome dell’inter a Andrea Ramazzotti del «Corriere dello Sport» che è stato aggredito senza motivo dopo Atalanta-inter. Il danno d’immagine per l’inter è rilevante: la procura federale ha addirittura aperto un’inchiesta. Moratti, ieri sera durante la consueta cena di Natale nella sua villa a Imbersago, ha parlato della vicenda con l’allenatore.

Ciò che preoccupa maggiormente è il fatto che il portoghese stia contagiando buona parte dello staff. Il mite Baresi, ad esempio, domenica se l’è presa con l’arbitro per l’espulsione di Sneijder. Una posizione che il presidente nerazzurro non ha condiviso: «Credo - ha detto davanti agli uffici della Saras - che Sneijder abbia commesso un’ingenuità». Poi c’è il capitolo giocatori. Come può il rabbioso Mourinho insegnare ai giovani l’educazione e dargli la serenità necessaria per giocare ad alti livelli? Il caso di Balotelli è quello più eclatante. Mario, che di per sé ha un carattere piuttosto vivace, avrebbe bisogno di avere vicino persone che gli diano il buon esempio.

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