Sunday, March 30, 2008

DELIO ROSSI E LA MOVIOLA DI LAZIO-inter

Nell’intervista del dopo partita il moviolista di Rai1 Sport fa vedere a Delio Rossi alcuni episodi nell’area dell’inter:

Moviolista: Chivu prende il pallone ma prende anche il piede destro di Beherami e secondo me qua ci poteva stare il calcio di rigore.

Rossi: (sarcastico) c’abbiamo solo questo?

M: questo è uno, le facciamo vedere anche l’altro.

R: no perché se li andiamo ad analizzare uno alla volta….

M: no no facciamo prima, le facciamo vedere anche il secondo che riguarda Beherami poi lei ci dà un giudizio.

M: nel secondo tempo c’è un contrasto di Maicon su Beherami… anche questo è fallo, però avviene fuori area, quindi qui era calcio di punizione che però Rosetti non ha concesso...

M: prego Rossi…

R: (ironico) è finito…?

M: (risatine) se lei ne ha altri li andiamo a prendere….

R: (beffardo) no, ve lo chiedo a voi…

M: abbiamo finito per quanto ci riguarda. Lei invece ci dica che cosa ne pensa dell’arbitraggio di Rosetti.

R: (mordendosi la lingua fino a farla sanguinare) allora, per me la partita è finita al 90° anche se poi le partite sono decise dagli episodi, soprattutto quando c’è molto equilibrio… Il primo intervento è rigore… il primo è rigore e il secondo è punizione. Molto probabilmente però l’arbitro ha valutato in maniera diversa, quindi dobbiamo accettare il verdetto del campo...

Saturday, March 08, 2008

IL VIZIETTO




















PAOLO CARTA
Da L'UNIONE SARDA

di venerdì 7 Marzo 2008

CASTIADAS. Sotto la piscina, a 55 metri dal mare, praticamente sulla spiaggia, una costruzione di 520 metri quadrati, alta due metri e 60, probabilmente da adibire a piano bar, ritrovo notturno ben lontano dalle stanze dell’albergo. Non era prevista nel piano di ristrutturazione e ampliamento dell’hotel Villa Rey, lungo il litorale di Castiadas, ma era strategicamente importante nei piani dei titolari della struttura turistica.

Così l’ordine è arrivato all’impresa edile che ha eseguito: costruita, poi nascosta con un muro e quindi addirittura sotterrata sotto metri di sabbia. A scoprirla sono stati gli esperti del nucleo investigativo del Corpo Forestale, incaricati dal magistrato della Procura di Cagliari, Andrea Massidda, di effettuare i controlli nella proprietà della società Due Palme di Roma, dietro la quale c’è Roberto Mancini, allenatore dell’inter e prossimo imprenditore turistico nel Sud Sardegna.

LE DENUNCE. Immediatamente sono scattati i sigilli e le denunce per l’amministratore delegato della società Due Palme, l’avvocato Stefano Gagliardi di Roma, per l’architetto progettista, Marianna Gagliardi, per il direttore dei lavori, l’ingegnere cagliaritano Luigi Giglio, e per il titolare dell’impresa costruttrice, Cenzo Zaccheddu, imprenditore edile di Selargius.

Sono accusati di aver realizzato abusivamente la struttura (1400 metri cubi), in una zona vincolata da tutela integrale, vista la vicinanza dalla spiaggia. Rischiano sino a centomila euro di multa, sino a 4 anni di carcere, oltre alla demolizione della struttura e al ripristino dei luoghi.


LA CUBATURA. Non è l’unica irregolarità riscontrata nell’albergo di Roberto Mancini. In particolare, un’altra struttura nel corpo centrale dell’hotel, che avrebbe dovuto essere sotterrata, è risultata avere finestre ed essere situata al di sopra del livello del terreno. Il controllo non è stato casuale. Ad innescarlo era stato un esposto degli ambientalisti Del Gruppo di Intervento Giuridico, guidati da Stefano Deliperi, che contestava la concessione dell’aumento di volumetria.

L’ITER. Procedura rocambolesca, ma regolare, stando a quanto ricostruito dal Corpo forestale. La società Due Palme aveva presentato il progetto di ristrutturazione e ampliamento al Comune di Castiadas nel 2005 e l’amministrazione aveva inoltrato gli atti alla Regione. Qui l’ufficio tutela del paesaggio aveva annunciato un no all’aumento di volumetria del 25 per cento rispetto all’esistente rudere sulla spiaggia. Ma la comunicazione ufficiale non era arrivata nei termini di legge, così la società Due Palme si era rivolta in surroga alla Sovrintendenza ai beni ambientali che aveva dato via libera senza tenere in considerazione il parere negativo dell’ufficioper la tutela del paesaggio. La licenza edilizia era stata firmata dal Comune di Castiadas, guidato all’ora dal sindaco Eugenio Murgioni (consigliere regionale di Fortza Paris), il 24 maggio del 2006. Il giorno prima dell’entrata in vigore del piano paesistico regionale che avrebbe bloccato tutto.